Nel 2025 vecchie e nuove sfide per città e provincia

Per alcune (le veterane e più «longeve» per dirla in modo edulcorato) la vera sfida è non rientrare più nel catalogo delle sfide dei prossimi anni. Altre invece, anche se decisamente più giovani, sfrutteranno questo 2025 per compiere la metamorfosi che le trasformerà da disegni su carta e monitor a cantieri e opere fisiche. L’agenda Brescia traccia l’identikit delle sfide amministrative dei prossimi dodici mesi ed è piena zeppa di impegni: in parte perché costretta a trascinare nelle nuove pagine gli antichi grattacapi (il futuro dell’aeroporto di Montichiari, l’ingarbugliata vicenda del Depuratore, il Musil, lo stadio Rigamonti sono esempi emblematici).
In parte perché ai tormentoni irrisolti si sommano le nuove scadenze (come la tagliola delle opere finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza o il verdetto sulla Cittadella dell’innovazione), ma soprattutto le nuove esigenze: sanità, lavoro, trasporti ed emergenza casa (con affitti alle stelle e sempre meno alloggi a «canoni popolari» disponibili) sono le sfide che ogni giorno si sobbarcano le famiglie, incastrate in un equilibrio sempre più tribolato. Tutte questioni con le quali, per un effetto domino, la politica e i Comuni si trovano a tu per tu.
Trasporti
Il filone delle infrastrutture è senza dubbio quello più che, tra gioie e dolori, fa sempre più discutere. Questo però è un anno particolare. Per quanto riguarda il trasporto pubblico, innanzitutto il capoluogo metterà in carreggiata il progetto della prima linea del tram: il prologo della T2 Pendolina-Fiera sarà il teorema di cantieri che si faranno largo (a partire dall’autunno) lungo le 22 fermate previste lungo gli 11 km del tracciato.
Sullo sfondo, ormai da mesi, si è fatto più insistente il dibattito sull’estensione di metro e tram verso la provincia. La congiuntura temporale per aprire questo dossier è particolarmente azzeccata: il Programma regionale di mobilità (istituito dalla legge 6/2012) è infatti da rinnovare proprio nel 2025 (la sua durata è di otto anni) e rappresenta lo strumento lombardo per la programmazione e l’integrazione delle reti della mobilità. Tra le ipotesi sul tavolo ci sono l’estensione verso il Garda ma anche verso Concesio. Con una consapevolezza: dalla partita trasporto pubblico passa anche il duello contro lo spopolamento dei paesi della nostra provincia.
Allargando lo sguardo, procedono i lavori per la Tav (il cui traguardo resta per ora segnato sul calendario per il 2026 dopo che il Ministero ha confermato che «i fondi per la Brescia-Padova ci saranno»), mentre resta da sciogliere il rebus del pedaggio sulla Corda Molle. Per il momento l’imposta non c’è, ma la prova del nove per la Ospitaletto-Montichiari scatterà a marzo, a conclusione lavori.
Accelera il cantiere dell’Autostrada della Valtrompia, ora al 15%: l’opera ha sfondato il muro dei 400 milioni (contro i 155 preventivati inizialmente), fondi in parte ancora da reperire ma anche in questo caso «garantiti» dal commissario, che conferma una road map proiettata sul 2028. Una scadenza, questa, che dovrebbe riguardare anche i due km della variante di Edolo, attesa da vent’anni e con 142 milioni di budget.
Non c’è ancora una meta chiara invece per la variante di Barghe lungo la strada provinciale 237 della Valsabbia, così come per l’adeguamento della Gardesana tra Gargnano e Limone. Stesso immobilismo per la Bassa: da ormai 17 anni Orzivecchi attende il completamento degli ultimi 2,3 km di quella che, dal 2008, è stata ribattezzata «la tangenzialina dei veleni» (proprio lì, infatti, furono smaltite 187 tonnellate di scorie di acciaieria).
Welfare
Gli altri grandi dossier tematici (dall’emergenza abitativa alla sanità) si riannodano in parte sotto l’ombrello del Pnrr. Per il Piano di investimenti straordinari il 2025 è infatti il momento dello sprint decisivo a tutti i livelli. Non si tratta di qualche opera: a livello regionale si tratta complessivamente di 39.316 progetti per un tesoretto complessivo pari a 28,6 miliardi di euro. E la nostra provincia, dopo Milano, è quella che ha in mano la fetta maggiore: in ballo ci sono 7.273 opere (di cui 7.255 progetti comunali e 18 provinciali) per circa tre miliardi.
Soffermandosi sulla sanità, oltre ai progetti strutturali sul Civile di Brescia (i cui lavori si prospettano lontani) e sul presidio ospedaliero di Desenzano, a dover raggiungere il traguardo sono anche le 31 Case di comunità previste sul nostro territorio. E leggendo l’ultima relazione della Corte dei conti regionali, ci sarà da correre parecchio.

C’è infine un’ultima sfida, che riguarda un po’ tutti i Comuni e che sì, si trascina di agenda in agenda, eppure anziché migliorare, peggiora: si chiama «conti pubblici» o «emergenza sociale» (servizi da garantire, famiglie e disabilità da supportare, minori stranieri non accompagnati da non abbandonare, piani e progetti giovanili da riempire di fondi che certifichino un impegno reale e non solo a parole). Lo sanno bene i sindaci, ma anche gli assessori al bilancio e al welfare e le associazioni, spesso alle prese con il sudoku di rendiconto striminziti rispetto a richieste tre volte più numerose. E anche quest’anno, risolverlo in squadra sarà il vero «certame» del territorio.
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