Nuovo Civile: la storia della ricostruzione dell’ospedale, dall’inizio

Correva l’anno 2021, la voce era quella dell’allora vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Letizia Moratti, arrivata in città per annunciare il progetto battezzato da subito «l’ospedale del futuro». E, in effetti, Brescia per il suo ospedale Civile pareva avere in tasca tutti i numeri giusti: un budget da quasi 500 milioni di euro (non bruscolini che si possono ritagliare tra le pieghe di bilanci pubblici sempre più striminziti) e un disegno che prefigurava «un totale ripensamento» della struttura, anche dal punto di vista tecnologico oltre che edilizio («e non una semplice ristrutturazione» sono le parole scelte per l’occasione).
I tempi previsti
Anche la scansione temporale era stata dispiegata in modo risoluto: il gruppo tecnico di lavoro (la cosiddetta «cabina di regia») sarebbe stata pronta a rimboccarsi le maniche nel giro di una manciata di giorni, per la progettazione la stima era di un paio di anni «anche meno, alla luce delle differenti modalità di approvazione in base ai filoni del finanziamento» (Massimo Lombardo, allora direttore generale dell’Asst Spedali Civili dixit, esattamente il 29 giugno 2021).
Per questo, quando si è parlato di «ospedale del futuro», si era pensato a un futuro prossimo e non a un generico futuro anteriore ipotetico. Specie perché la variante lombarda – frutto di un’eredità di successi passati – è che qui si fa tutto meglio e più in fretta. Eredità che, però, ha iniziato a fare un po’ a pugni con la realtà.
Cos’è cambiato
Tre anni e mezzo più tardi non si può certo dire che il Civile 2.0 sia a un punto morto, ma a un punto «vago» sì. Lo studio di fattibilità iniziale è stato revisionato: ora c’è, ma ancora non si vede. Per farlo arrivare sulle scrivanie romane (le uniche in grado di apporre il timbro del «via reale» di un iter assai articolato) servono ancora tre mesi e mezzo («sarà inviato al Ministero per il mese di marzo» è stato chiarito ieri).
A sua volta Roma si prenderà otto mesi-un anno di tempo per restituire il dossier, al netto di osservazioni o di modifiche da effettuare. Solo da quel momento in avanti scoccherà il gong per la progettazione, che durerà circa due anni e che riguarderà peraltro solo la metà del maxi-progetto da circa 500 milioni di euro. Per la seconda parte, il conteggio temporale ripartirà daccapo.
Stando al piano descritto nel 2021 da Moratti, infatti, la nascita dell’ospedale del futuro era (e resta) prevista in due tempi: la prima fase finanziata con 274 milioni di euro, di cui 260 appostati da risorse statali e da 14 milioni presi dal bilancio regionale. La seconda parte da 233 milioni totalmente sborsati dalla Lombardia. «Ora l’auspicio è che i tempi siano garantiti a livello nazionale e comunale» ha scritto il consigliere in Loggia Fabio Rolfi.
Il giallo dei fondi
I tempi, infatti, si sono talmente dilatati, che nel mezzo si è consumato anche il giallo dei fondi, parzialmente risolto. «Il mezzo miliardo per il Civile è sparito dai radar» avevano denunciato il vicepresidente del Consiglio regionale Emilio Del Bono e la consigliera lombarda Miriam Cominelli (Pd) sul finire del settembre 2023.
Cosa è successo? A maggio 2022 la Giunta guidata dal presidente Attilio Fontana ha approvato una delibera con cui veniva disposto lo stanziamento dei fondi per la sanità bresciana: c’erano quelli destinati al Civile, ma anche quelli per l’ospedale di Desenzano. Un anno più tardi, vale a dire a maggio 2023, ad essere confermati sono stati solo i 130 milioni per la struttura del Garda e 22 milioni per Esine. «Il Civile non è tra le priorità della Regione» era stato l’affondo del Pd bresciano, respinto al mittente dallo stesso Guido Bertolaso.
A che punto siamo
Al momento effettivamente ad essere finanziata è solo la prima tranche, del futuro della seconda fase resta un impegno politico (certo: scritto nero su bianco) a reperire le risorse necessarie una volta ultimata la progettazione.
Ma il preventivo realizzato tre anni e mezzo fa, peraltro con un piano di fattibilità revisionato, sarà ancora idoneo per un progetto la cui prima pietra è prevista, se tutto andrà per il verso giusto, nel 2027 e i cui lavori dureranno quattro anni? Dal piano finanziario (2021) alla realizzazione (2031) ci sono già dieci anni di fuso orario. Insomma, rispetto agli annunci «alla Giulio Cesare», oggi di concreto c’è un iter ancora embrionale appeso a un muro di incognite.
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