Da dove passerà il tram a Brescia? Il viaggio fermata dopo fermata
Spianate di asfalto, fette di terra incolta, parchi pubblici, capannoni abbandonati e pensiline prossime alla pensione. La città del futuro scorre su binari invisibili. Non mostra ancora segni del suo passaggio, ma immaginare i convogli del tram – in quartieri che hanno appena cominciato a svuotarsi per le ferie estive – non è poi così complesso.
Mappa della futura linea T2 alla mano, il tour sulle tracce del terzo mezzo pubblico cittadino comincia all’ombra del PalaLeonessa.

L’inizio del viaggio
I rendering restituiscono la suggestiva immagine di un capolinea a due passi dalla casa del basket e a due dal Brixia Forum, nell’esatto punto in cui solo tre anni fa si faceva la fila in auto per un tampone. Pare esserci una linea di continuità tra la costrizione solitaria di una pandemia e la promiscuità umana del mezzo pubblico. La libertà dopo l’oppressione.
Sembra di immaginarli già, i tifosi della Pallacanestro Brescia o gli avventori della fiera salire sul tram da qui, in direzione Pendolina. A pochi metri sorgeranno anche il parcheggio scambiatore e il deposito.
Il viaggio comincia alla periferia della città: il tram immaginario taglia in due il quartiere Chiesanuova, sfiora via Orzinuovi e poi entra in uno dei quartieri più abitati della città, Lamarmora. Prima via Salgari, poi Parco Pescheto. Lungo via Lamarmora non ci sono cantieri, non ci sono cartelli ad indicare l’imminente rivoluzione infrastrutturale.
La rete intermodale
La corsa del tram, alla velocità media di 18 chilometri orari, risale la città avvicinandosi al centro e dopo aver servito anche il quartiere Bresciadue con la fermata Corsica e aver fatto una puntatina in piazza della Repubblica arriva in stazione. Sarà questo uno degli stop più strategici nel progetto di una rete dei trasporti intermodale tanto auspicato dai vertici di Loggia e Brescia Mobilità: treni regionali, convogli del minimetrò, pullman della rinnovata autostazione e il trasporto su ferro cittadino comunicheranno tra loro seguendo l’esempio di alcune città europee di medie dimensioni.
«Anche noi vogliamo mettere a sistema i bus, la metropolitana e il tram ma anche aprirci alla Lombardia Orientale – aveva detto lo scorso febbraio il vicesindaco Federico Manzoni durante la visita esplorativa a Graz, in Austria –. Il più grande insegnamento è che il tram guida la riqualificazione urbana raggiungendo periferie e nuove aree».
In centro
È invece in centro che nel 2030 il tratto più suggestivo del tram garantirà scenari romantici e un po’ vintage da fotografare a iosa (chissà in che modo saranno scattate e dove verranno pubblicate, tra sei anni. È la rivoluzione tecnologica, bellezza). Palagiustizia, XX settembre, Zanardelli, Mazzini, Fossa Bagni, Pusterla e San Faustino, dove la fermata del tram si incastrerà ancora con quella della metro. Ma l’ingresso dei treni nel salotto di Brescia non è meramente estetico.
La Loggia ambisce a ridurre del 5% il traffico privato da una parte (la stessa percentuale raggiunta con l’introduzione del metrò) e ad aumentare del 47% il numero dei passeggeri sul trasporto pubblico.
La stessa Legambiente Lombardia ha accolto favorevolmente la scelta, che «rende possibile pensare a una Ztl permanente in tutto il centro storico, riservando ai soli residenti l’attuale parcheggio di piazza Vittoria».
Verso la Pendolina
Direzione Oltremella, i binari percorrono via Leonardo Da Vinci (dove è prevista un’altra pensilina) e imboccano via Volturno. Sulla via simbolo dell’industria bresciana saranno due le fermate, una delle quali proprio nel piazzale antistante l’Iveco - utile anche per muovere più agilmente gli operai dello stabilimento bresciano.
Dopo aver fatto una sosta a Fiumicello, il tram del futuro si lascia alle spalle il fiume per l’ultimo tratto dei suoi oltre 11 chilometri: Colombo, Torricella, poi Urago Mella, Risorgimento e il Polivalente di via Collebeato (altra fermata strategica per lo sviluppo dei trasporti della città).
Infine, ecco il capolinea. In via Pendolina tutto tace: c’è qualche camper parcheggiato pronto a partire per le vacanze, il Bar Andrea deserto mentre fuori ci sono 37 gradi, qualcuno aspetta il bus sotto la pensilina. Proprio lì dove sorgerà il capolinea nord della linea T2.
Perplessità e sfide
Il conducente del pullman alza un sopracciglio ed esprime non poche perplessità. Tra i più scettici ci sono proprio gli autisti di Brescia Mobilità, che da anni stanno conducendo una battaglia per migliorare le proprie condizioni lavorative. E in uno degli ultimi sit-in di protesta in via Marconi hanno spiegato che «l’entrata in funzione del tram non risolverà i problemi dei dipendenti. Anzi, serviranno maggiori competenze ma anche più lavoratori, a fronte di una difficoltà ormai cronica dell’azienda nel trovare nuovo personale».
In una Brescia già costellata da piccoli e grandi cantieri estivi, sono le ultime istantanee di una città tutto sommato ancora integra e imbellettata. Tra un anno circa (ultimo trimestre del 2025) i bresciani inizieranno la loro convivenza quinquennale con i lavori in corso. La vera sfida per la Loggia sembra proprio questa: ridurre al minimo i disagi per i cittadini e fare scudo alle polemiche che, sicuramente, animeranno il dibattito pubblico.
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