Moto come in pista sulle Coste, la Provincia chiede il Daspo stradale
Vietato percorrere quella strada a chi ha già commesso un certo tipo di infrazioni. Violare il divieto comporta una sanzione più pesante, dalla denuncia fino all’arresto nei casi più gravi, quelli in cui magari si siano provocati incidenti. In due parole un Daspo... stradale.
L’idea

L’assessore provinciale Daniele Mannatrizio, che ha la delega alla sicurezza stradale, nella conferenza stampa di fine mandato che ha tenuto ieri mattina ha rivendicato quanto fatto insieme alle altre istituzioni e alle forze di polizia per limitare il fenomeno dei motociclisti che utilizzano le strade provinciali come fossero delle piste. La 237 nel tratto tra Caino e Odolo conosciuta come Coste di Sant’Eusebio ma non solo. La sp 48 tra Iseo e Polaveno ma anche provinciali a Lodrino e Gargnano.
Mannatrizio ha le idee chiare su quello che sarebbe necessario: «La politica deve dare alle forze di polizia strumenti efficaci per contrastare i comportamenti pericolosi. È avvilente vedere che persone già sanzionate per un’infrazione possano tornare ad avere gli stessi comportamenti». L’assessore provinciale si è guardato intorno: «Alcuni comuni in zone turistiche che avevano problematiche particolari hanno provato ad usare l’istituto del Daspo. Si tratta di un provvedimento nato con uno spirito diverso ma che sappiamo essere in continua evoluzione e che si potrebbe provare a declinare anche rispetto alle nostre esigenze».
La situazione
Purtroppo negli ultimi mesi «abbiamo assistito a troppi incidenti stradali gravissimi e per ciclisti, automobilisti e motociclisti rispettosi delle regole che volevano godersi le belle strade panoramiche delle nostre valli, frequentare certe provinciali era diventato impossibile» spiega ancora l’assessore che ha poi aggiunto: «Grazie alla disponibilità del Prefetto e dei vertici delle forze di polizia sono stati aumentati i controlli e noi come provincia abbiamo chiuso gli spazi di parcheggio che erano diventati degli spalti e messo in campo anche il nucleo di polizia stradale della Polizia provinciale».
Sulla strada i pericoli non vengono solo dall’alta velocità ma anche dalle invasioni delle corsie opposte fatte per «piegare» o «tagliare» le curve ma anche per il mancato rispetto delle distanze di sicurezza per «prendere la scia» o «lanciare un sorpasso». Per Mannatrizio «da Brescia potrebbe partire una proposta valida anche a livello nazionale».
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