Goletta dei Laghi, su Garda e lago d’Iseo zone «fortemente inquinate»

Lo stato di salute delle acque dei laghi lombardi continua a destare preoccupazione. Va un po’ meglio del 2024, ma decisamente peggio del 2023. È una fotografia «tutt’altro che rassicurante» quella scattata dalla Goletta dei Laghi, storica campagna di Legambiente, sui cinque principali laghi lombardi (lago di Garda, lago d’Iseo, lago di Como, lago Maggiore e Ceresio). La conferma di numerosi punti classificati come «fortemente inquinati» dimostra che molte amministrazioni locali non si sono attivate per affrontare e risolvere le criticità già segnalate negli anni precedenti.
Sotto la lente: il lago di Garda
È il caso del lago di Garda, dove le emergenze sono le stesse già riscontrate nel 2024: sui sei punti monitorati in provincia di Brescia, ben quattro sono risultati «fortemente inquinati». Si tratta della foce del canale nei pressi della spiaggia in località Le Rive a Salò, della foce del torrente nei pressi del porto a Padenghe sul Garda, della foce del rio Lefà in località Roina a Toscolano Maderno e della foce del rio nell’Oasi di San Francesco del Garda a Desenzano. Solo due punti – la foce del torrente in località Santa Maria di Lugana a Sirmione e quella del torrente Toscolano a Toscolano Maderno – sono risultati entro i limiti di legge.
Il Sebino
Situazione analoga sulla sponda bresciana del Sebino: anche qui nessun miglioramento rispetto al 2024. Sono ancora «fortemente inquinati» la foce del torrente Calchere a Sulzano e lo sfioratore comunale in località Darsena a Pisogne. I monitoraggi – condotti da tecnici e volontari di Legambiente tra il 10 e il 19 giugno – si sono concentrati su parametri microbiologici, in particolare sulla presenza di Enterococchi intestinali ed Escherichia coli, batteri indicativi di inquinamento fecale, spesso dovuto a scarichi non depurati.
I parametri
La Goletta classifica come «inquinati» i campioni che superano i limiti di legge e come «fortemente inquinati» quelli che li superano di oltre il doppio. Va precisato che i controlli di Legambiente non si pongono come alternativa ai monitoraggi ufficiali, ma li affiancano, puntando a segnalare eventuali criticità nei sistemi di depurazione. I punti di prelievo – foci, scarichi e piccoli canali – vengono scelti in base al potenziale rischio di contaminazione, anche grazie alle segnalazioni dei cittadini tramite il servizio Sos Goletta e il lavoro dei circoli locali dell’associazione.

Il bilancio
Il bilancio complessivo è eloquente: sui 32 punti monitorati nei cinque laghi lombardi, 15 sono risultati «fortemente inquinati», 2 «inquinati» e 1
5 entro i limiti di legge . «In diversi punti – ha dichiarato Emilio Bianco, portavoce della Goletta – si registrano criticità persistenti e concentrazioni elevate di inquinanti microbiologici, che indicano problemi strutturali piuttosto che episodi isolati». Un dato particolarmente preoccupante è il peggioramento netto rispetto al 2023, quando la maggior parte dei campioni era risultata entro i limiti di legge. A influire positivamente, allora, era stata probabilmente la siccità, che aveva ridotto l’apporto di inquinanti provenienti dagli affluenti.Gli investimenti
Per Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, «sono necessarie politiche condivise e strutturate per tutelare la salute pubblica e la qualità degli ecosistemi lacustri. Non dobbiamo dimenticare cosa riceviamo da questi specchi d’acqua in termini di economia, benessere e mitigazione degli effetti della crisi climatica. Gli investimenti più urgenti? Quelli nella depurazione e nel ciclo integrato delle acque».
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