Gussago, strappati i manifesti del «sì» al referendum

Sono stati strappati nelle ore scorse, ironia della sorte, proprio in via Caduti del Lavoro, i manifesti a favore del «sì» al referendum su lavoro e cittadinanza. A Gussago si tratterebbe di un caso isolato, dal momento che nelle altre zone del paese le affissioni sono rimaste integre.

L’episodio non ha mancato di suscitare sconcerto. «Abbiamo subito verificato se l’episodio, molto sgradevole e preoccupante, fosse circoscritto a quella zona –  afferma il sindaco Giovanni Coccoli  –  e per fortuna gli altri manifesti sono a posto. Potrebbe essere una bravata, magari di qualche ragazzo, che si è divertito a strappare i cartelli, oppure un gesto più consapevole, di contrarietà al referendum da parte di chi è a favore del «no» o non vuole che si vada a votare. Difficile capire chi sia stato e con quale intento».

Disaffezione

L’episodio arriva in un contesto di generale disaffezione verso la consultazione. Anche a Gussago l’affluenza alle urne è molto bassa, in linea con la media nazionale. «Al di là di quello che è il pensiero di ciascuno –  prosegue il sindaco  – che va sempre rispettato, credo che recarsi al voto sia un dovere e un diritto. Il mio invito è a votare, indipendentemente dall’opinione che si ha sul merito. Sarebbe auspicabile che tutti facessero questo sforzo. Il dato dell’affluenza, che anche da noi è molto basso, deve farci riflettere: è il sintomo di una disaffezione pericolosa verso la democrazia».

In città, episodi simili si sono verificati già giovedì, con manifesti del «sì» strappati e sostituiti da altri che recitavano: «Fermiamo la sostituzione etnica». Una dinamica che sembra ripetersi, anche se con sfumature e contesti differenti a Gussago.