Referendum, strappati i manifesti per il «sì»

Le affissioni sono state soppiantate dalla locandina che recita: «Fermiamo la sostituzione etnica». La Cgil: «Un atto vile e illegale»
  • Manifesti affissi per il referendum strappati e coperti con altri abusivi
    Manifesti affissi per il referendum strappati e coperti con altri abusivi
  • Manifesti affissi per il referendum strappati e coperti con altri abusivi
    Manifesti affissi per il referendum strappati e coperti con altri abusivi
  • Manifesti affissi per il referendum strappati e coperti con altri abusivi
    Manifesti affissi per il referendum strappati e coperti con altri abusivi
AA

Sono stati (letteralmente) strappati uno dopo l’altro e soppiantati da altri che recitano così: «Fermiamo la sostituzione etnica». Nella notte, in svariati punti della città, i manifesti a favore dei referendum dell’8 e 9 giugno sono stati divelti.

A denunciarlo è stata la Cgil che, in una nota, ha bollato il gesto come un gesto «vile e illegale». I manifesti erano stati regolarmente affissi negli spazi elettorali autorizzati, come sempre accade in vista delle consultazioni elettorali. Ma ora sono stati «deliberatamente coperti con manifesti abusivi, contenenti messaggi falsi, fuorvianti e di stampo razzista». 

I referendum in programma domenica e lunedì, lo ricordiamo, chiamerà gli elettori ai seggi per esprimersi su cittadinanza e lavoro. 

La Cgil: «Necessario vigilare»

Dura la reazione della Camera del lavoro, primo promotore delle consultazioni, che ora chiama in causa le autorità: «Si tratta di un atto codardo e inaccettabile, che rappresenta un attacco diretto alla libera espressione democratica e alla corretta informazione dei cittadini. Comportamenti del genere minano il confronto civile e violano le regole basilari della convivenza democratica, oltre a infrangere le normative vigenti in materia di propaganda elettorale. Chiediamo con forza alle autorità competenti di vigilare con la massima attenzione su quanto accade negli spazi pubblici destinati al confronto referendario, e che vengano individuati e sanzionati i responsabili di questo gesto ignobile, come previsto dalla legge».

Per la Cgil si tratta di un tema più ampio, che chiama in causa i diritti costituzionali. «Difendere la democrazia significa anche garantire che ogni voce, ogni opinione, possa essere espressa nel rispetto delle regole comuni. Evidentemente c'è chi ha paura dell'esito del voto. Noi non ci facciamo intimidire in alcun modo e rinnoviamo il nostro invito a partecipare con il proprio voto alla vita democratica, votando 5 sì il prossimo 8-9 giugno».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...