Casasco conferma: «La Corte di Giustizia Tributaria resta a Brescia»

Il pericolo pare scongiurato. La Corte di Giustizia Tributaria resterà a Brescia e l’intero territorio provinciale tira un sospiro di sollievo. La notizia della sua chiusura (64 in tutta Italia le sedi colpite), rimbalzata fin da febbraio 2025 e parte di un piano di accorpamento prevista dalla più ampia riorganizzazione dell’organo giurisdizionale nazionale, aveva infatti colpito il Bresciano ancora più dell’addio, poi concretizzatosi, di Banca d’Italia. L’alto numero di ricorsi, conseguenza diretta di grandezza e vivacità del tessuto produttivo provinciale, e la presenza del Distretto di Corte d’Appello fanno infatti di quella bresciana una delle realtà giurisdizionali più attive dell’intero sistema lombardo, se non nazionale.
«Visionando il documento che descriveva la riorganizzazione della Giustizia Tributaria, ho notato come fosse prevista l’ipotesi di accorpamento della Corte di Giustizia Tributaria di Brescia con quella di Bergamo, che sarebbe diventata la sede primaria, insieme alle sedi di Como, Lecco e Varese. Confermata invece l’autonomia della Corte di Cremona con Mantova e Lodi – spiega Maurizio Casasco, deputato di Forza Italia nonché responsabile economico del partito –. Anche in qualità di presidente bicamerale della Commissione per l’Anagrafe Tributaria, ho interloquito con il Governo su questa tematica, facendo presente che Brescia gestisce un numero elevato di ricorsi, è sede di Corte d’Appello e dispone di una rete qualificata di professionisti, tra avvocati, commercialisti e tecnici, che rendono la sede un punto di riferimento fondamentale per il territorio».
Elementi poi sottoposti al viceministro all'Economia con delega alle Finanze Maurizio Leo che, pur mancando l’ufficialità, «ha confermato come ci siano tutte le condizioni affinché la Corte rimanga a Brescia, confermando l’impegno a considerare le esigenze del territorio nell’ambito della riforma».
Ciò fa seguito a quanto annunciato dallo stesso Leo in città in occasione di un convegno organizzato dall’Ordine dei commercialisti e da Confindustria Brescia che si era svolto a marzo di quest’anno. In tale occasione l’esponente del governo aveva evidenziato come il tribunale bresciano «c’è e resterà», dato che ha numeri «assolutamente importanti».

Viene perciò da dire tutto bene quel che finisce bene, seppur ancora non ci sia una atto definitivo e soprattutto ufficiale a sancire lo scampato pericolo. Sul tema si erano mossi in modo bipartisan diversi esponenti politici bresciani, e con loro il tessuto economico con in testa gli ordini professionali. Stesso niet giunto in concomitanza anche dagli stessi giudici, che a Brescia gestiscono i fascicoli del primo grado nonché quelli d’appello, come sezione distaccata di Milano.
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