Economia

Il viceministro Leo: «La Corte Tributaria resterà a Brescia»

Anita Loriana Ronchi
«La sede ha numeri importanti», ha detto durante il convegno organizzato dall’Ordine dei commercialisti e Confindustria Brescia
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Il viceministro Leo: "La Corte Tributaria resterà a Brescia"
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Non ci sarà il paventato taglio della sede della Corte di giustizia tributaria di Brescia. Il tribunale bresciano «c’è e resterà», ha numeri «assolutamente importanti», tali da confermarne il ruolo centrale per il territorio.

Ad annunciarlo è stato il viceministro dell'Economia e delle finanze, Maurizio Leo, al convegno «L’adempimento collaborativo: nuovo approccio del rischio fiscale in azienda», co-organizzato dall’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili e da Confindustria Brescia, con la presenza dei rispettivi presidenti, Severino Gritti e Franco Gussalli Beretta, con i consiglieri nazionali del Cndcec, il bresciano Michele de Tavonatti e Salvatore Regalbuto e con Giuseppe Malinconico, direttore provinciale Agenzia entrate e Fabrizio Carrarini, comandante interregionale Italia Nord-Occidentale GdF.

La riorganizzazione

L’ipotesi di accorpamento (che avrebbe rappresentato una nuova batosta per Brescia, dopo la chiusura della filiale cittadina di Bankitalia) si era fatta strada circa un mese fa, a fronte di un piano di riorganizzazione delle sedi della Corte di giustizia tributaria (ente che si occupa dei contenziosi in materia fiscale) allo studio del Mef e del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria.

Nell’elenco delle 64 sedi, su un totale di 103, che si intendeva chiudere per ragioni di spending review, c’era anche il polo bresciano. Obiettivo dichiarato: risparmiare risorse, eliminando i siti il cui numero di pratiche aperte è così basso da costituire una spesa non più sostenibile. Solo tre avrebbero dovuto restare in Lombardia: Milano, Cremona e Bergamo. La decisione, tuttavia, è parsa fin da subito non tenere conto dei numeri bresciani, tutt’altro che esigui, avendo il tribunale di via della Valle chiuso il 2023 con 2.248 cause pendenti (contro le 987 di Bergamo e le 236 di Cremona).

Ripensamento

A far sperare in un ripensamento, per la verità, era stato un recente incontro dei deputati bresciani Simona Bordonali, Giangiacomo Calovini e Maurizio Casasco con la presidente della Corte di giustizia tributaria, Carolina Lussana, dove è stato ribadito che ad essere abbozzato era solo un testo iniziale, non un provvedimento definitivo ed in cui l’innegabile «peso» di Brescia nella giustizia tributaria è emerso dal confronto con i carichi di lavoro dei tribunali lombardi, tanto che la scelta di chiudere risulterebbe insensata e penalizzante per cittadini ed imprese.

«La parola finale ovviamente resta al Consiglio di Presidenza della Corte di giustizia tributaria» ha rimarcato il viceministro Leo, ma la rassicurazione da parte di un alto rappresentante del Governo intanto è arrivata.

Soddisfazione è stata espressa anche dal consigliere nazionale de Tavonatti e dal presidente dei Commercialisti bresciani, Gritti: «Apprendiamo con piacere la notizia relativa ad un tema su cui ci siamo spesi in prima persona insieme a tutto il Direttivo dell’Ordine. Il mantenimento della Corte di giustizia tributaria appare rispettoso del sistema Brescia e dell’importanza dimensionale della Corte bresciana stessa». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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