Contatori e bollette dell’acqua, nei condomini a Brescia è una giungla

Chi non vorrebbe sapere quanto consuma, in che modo può risparmiare e quali possono essere i potenziali sconti in bolletta? Quando si parla di acqua e di condomini tutto ciò risulta quanto mai complicato. Il tema della ripartizione delle spese per il suo utilizzo all’interno di unità abitative multiple reca con sé tutta una serie di criticità. E soprattutto di casistiche. Andiamo con ordine.
I condomini
«Secondo la legge 18 del 2023, che ha recepito la direttiva europea Acque potabili, la responsabilità del gestore del servizio idrico arriva fino al misuratore legale (cioè il contatore posto fuori da ogni singolo edificio ndr)- spiega l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente -. Si tratta di un’indicazione normativa che ribadisce ciò che già avveniva anche prima».
Ciò significa che una società di servizi non ha l’obbligo di entrare nelle singole unità abitative ma si ferma alla costruzione nella sua interezza. E se ciò non crea problemi quando si parla di case singole, il quadro si complica per i condomini.

«In capo al gestore c’è solo l’obbligo, oltre a quello di fornire agli utenti comunicazioni specifiche così come stabilito dall’Autorità, di chiedere all’amministratore di condominio come si effettua la lettura dei contatori: se quest’ultimo non risponde non lo può di certo costringere – aggiunge l’Arera –. Gli amministratori non sono infatti soggetti da noi regolati, lo sono i gestori che da un certo punto in poi non hanno più alcun tipo di responsabilità».
Da questo punto in poi si apre una giungla di soluzioni. Perché se il Testo integrato dell’ambiente del 2006 aveva previsto per le nuove costruzioni contatori che arrivassero fino a casa dell’utente, la necessaria attuazione in capo alle Regioni non si è mai concretizzata, nemmeno in Lombardia.
Le casistiche
Da qui il fiorire di situazioni diverse, casistiche pulviscolari che l’Arera condensa in quattro macroaree.
- La prima, la più arretrata, riguarda principalmente i condomini del Nord Italia, Milano e Brescia comprese: ogni condominio ha la sua regola, si dichiara quanti vivono in una casa e il quantum dovuto da ogni singolo consumatore si divide sulla base delle teste. Evidenti i problemi di suddivisione, anche in caso di morosità.
- Il secondo esempio è quello tipico delle spese condominiali. Si divide sulla base dei millesimi e si paga come una qualsiasi spesa comune
- Vi è poi il modus operandi, molto diffuso a Roma, dove vengono installati dei contatori nelle singole abitazioni e a spese dei condomini. Viene quindi emessa fattura di pagamento per tutto il condominio: fatto ciò l’amministratore chiede la lettura dei misuratori agli inquilini e poi si divide il pagamento sulla base dei consumi.
- Infine l’esempio più virtuoso ed evoluto, diffuso soprattutto in Toscana ed Emilia Romagna. Al momento dell’installazione dei contatori per il teleriscaldamento vengono posizionati anche apparecchi di misurazione per l’acqua che funzionano in maniera analoga a quelli per il calore. Così facendo viene effettuata una lettura unica di entrambi nello stesso momento.
La posizione di Arera
Una situazione intricata, alla quale Arera ha più volte provato a mettere mano anche attraverso il Testo integrato di misura del servizio idrico integrato (Timsii, del 2016 ed emendato nel 2021), «perché per noi è fondamentale la consapevolezza del consumo: l’acqua è un bene prezioso, anche in vista di un futuro dove la sua scarsità rappresenterà un problema – comunica l’Autorità –. Se gli utenti sapessero che ci sono altre possibilità, persino possibili sconti, è possibile che le segnalazioni ai gestori sarebbero più frequenti».
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