Cittadella, da «cattedrale» a distretto diffuso su sostenibilità e dati

L’idea del polo dell’innovazione venne annunciata nel 2021 e si deve a InnexHub, Csmt e Confindustria Brescia
Un rendering della riqualificazione di un’area dismessa
Un rendering della riqualificazione di un’area dismessa
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Prima ancora di essere un progetto la Cittadella dell’innovazione sostenibile è nata come una visione. Un disegno dai diversi padri e cioè l’amministratore delegato di Csmt Riccardo Trichilo, il presidente di InnexHub Giancarlo Turati ma anche quello di Confindustria Brescia Franco Gussalli Beretta, «al quale si deve l’intuizione» a detta dello stesso Turati.

Il 2021 è l’anno in cui tutto ha inizio e la prima apparizione pubblica il progetto la fa sul nostro giornale. Il 15 dicembre Trichilo lanciò l’idea di creare a Brescia «un luogo dove aziende tradizionali, startup, società civile e culturale s’incontrano per innescare lo sviluppo sostenibile». Da allora e da quella visione diversi passi avanti sono stati fatti, sebbene di certo non a velocità sostenuta. Ma l’ultimo, forse il più atteso, è l’individuazione delle sedi in città. Ed è decisivo. Ma facciamo qualche passo indietro. Sempre nel 2021, precisamente il 22 dicembre, il progetto fu presentato all’intero «sistema Brescia».

A partire da quel momento la Camera di Commercio, sotto la guida del suo presidente Roberto Saccone, ha assunto il ruolo di capofila della Cittadella, un ecosistema capace di chiamare a raccolta numerose realtà del territorio.

Sono infatti 44 le organizzazioni, sette tra università (comprese la Statale e la Cattolica cittadine) e centri di ricerca, 15 associazioni, quattro realtà pubbliche (oltre all’ente camerale anche Comune e Provincia di Brescia nonché Fondazione Brescia Musei) e 18 imprese, che hanno manifestato il loro interesse alla creazione dell’hub.

Tavoli

Una potenza di fuoco notevole e che si è espressa direttamente nel lavoro dei 12 tavoli di lavoro tematici, pensati per dare alla Cittadella un’ossatura esecutiva, anche tramite documenti scritti. Documenti, svelati ufficialmente nel corso dell’edizione 2023 di Futura Expo, che hanno potuto contare sullo sforzo collettivo di 230 professionisti tra imprenditori, dirigenti, docenti e rappresentanti istituzionali e che si sono concentrati sui temi: Modello economico, Laboratori, Relazioni internazionali, Agricoltura e trasformazione alimentare, Educazione digitale e formazione, Commercio e turismo, Cultura, arte e società, Artigianato e contaminazione d’impresa, Economia circolare e transizione ecologica, Pianificazione e rigenerazione urbana, Manufacturing, Digitalizzazione, startup e legami tra idee innovative e territorio.

Due però i pilastri sui quali poggerà la Cittadella, o meglio il Distretto dell’Innovazione diffuso come è stato «quasi» ribattezzato il progettoabbandonando l’idea della singola «cattedrale», e cioè circolarità e sostenibilità ambientale - con un occhio particolare sul comparto automotive - e deep technology, con focus sulla gestione dei dati.

In questo scenario non potevano certo mancare partner nazionali e internazionali del calibro di Comau, Siemens, Lenovo, Made, Cim4.0 di Torino (i nomi sono stati annunciati a giugno 2024). E verosimilmente le collaborazioni sono destinate ad aumentare, soprattutto adesso che, oltre ad avere un contenuto, la Cittadella si appresta a trovare anche un contenitore.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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