La Cittadella dell’Innovazione sarà gestita dal Csmt e avrà «big» sponsor

Le indicazioni avanzate dai dodici tavoli di lavoro convocati il 12 giugno in Camera di Commercio: si è arrivati a maturare un nuovo modello di sviluppo dell’iniziativa, ribattezzandola con il nome di «Distretto dell’innovazione»
Grande partecipazione della città in via Einaudi per il progetto - © www.giornaledibrescia.it
Grande partecipazione della città in via Einaudi per il progetto - © www.giornaledibrescia.it
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«A Brescia non era mai avvenuta una tale convergenza di attori su un’unica progettualità», ammette l’assessore del Comune di Brescia, Andrea Poli, reduce dall’incontro organizzato in Camera di Commercio per definire il piano di realizzazione della tanto sospirata Cittadella dell’Innovazione. A dirla tutta, peraltro, la gestazione del progetto, che negli ultimi sei mesi ha coinvolto circa 250 operatori (imprenditori, dirigenti, docenti e rappresentanti di enti e istituzioni) divisi in dodici tavoli di lavoro, ha portato i promotori della ormai famosa «Cittadella» a maturare addirittura un nuovo modello di sviluppo dell’iniziativa, (ri)battezzandola con il nome di «Distretto dell’innovazione».

Le motivazioni alla base di quest’evoluzione del progetto, sono riportate in una nota diffusa ieri dalla Camera di Commercio, che sintetizza lo stato dei lavori e le indicazioni raccolte mercoledì scorso, 12 giugno, dai dodici tavoli convocati nella sede dell’ente cittadino, in via Einaudi.

Il punto

Il Distretto dell’Innovazione non avrà un’unica sede, ma «si configura come luogo diffuso, con una sede principale a cui si affiancheranno altri spazi già esistenti dedicati all’innovazione ed altri che si dovessero creare», confermano dalla Camera di Commercio.

«Nelle prossime settimane - aggiungono -, prenderanno il via i colloqui con i rappresentanti dei tavoli, che porteranno alla stesura del piano industriale, la cui restituzione è prevista nel mese di ottobre».

Per il momento, è stato dato incarico a Francesco Baruffi, manager specializzato in questo tipo di attività, di condensare quantomeno in un documento, le prescrizioni giunte dai dodici tavoli di lavoro. «Due sono, in particolare, i pilastri individuati da Baruffi su cui costruire le piattaforme progettuali - riferiscono dalla Cdc -: si tratta di circolarità e sostenibilità ambientale, concentrata sull’utilizzo dei nuovi materiali (tra cui spicca il tema dell’alleggerimento delle automobili) e di deep tecnology (in particolare sul trattamento e raccolta dei dati)».

È in fase di definizione anche il veicolo giuridico a cui farà capo il Distretto dell’innovazione. Si prevede inoltre che sarà una fondazione «che disegnerà le politiche e le strategie di coinvolgimento degli stakeholder». Al Csmt, invece, «spetterà il ruolo di ente gestore, in continuità con l’attuale mission della società» sottolineano da via Einaudi. «Il Csmt è promotore del progetto fin dal principio e crede fermamente nella sua importanza per il territorio - commenta a tal proposito - il presidente Daniele Peli -. Con una solida esperienza di diciotto anni nel campo della ricerca e del trasferimento tecnologico, Csmt rappresenta una base solida da cui partire per costruire la Cittadella dell’Innovazione sostenibile».

Già in passato, si era registrato l’interesse verso questo progetto di alcune importanti società tecnologiche. Una significativa attenzione formalizzata ieri dalla nota della Camera di Commercio: «A fianco del Distretto dell’Innovazione, sono già ora presenti alcuni importanti player nazionali e internazionali dell’innovazione (tra cui Comau, Siemens, Lenovo, Made, Cim4.0 di Torino), intervenuti per portare la loro testimonianza». Anche il mondo delle imprese bresciane, comunque, non fa mancare il suo appoggio al progetto.

«Viviamo in un territorio con valenze incredibili: siamo fortissimi nel settore industriale, ma leader anche nel primario e nel turismo - evidenzia Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia -. Che altro territorio può avere una forza economica di questo livello? Non sono più i tempi di impegnarsi da soli, perché non è più sufficiente: per vincere le sfide della transizione digitale ed ecologica dobbiamo fare, partendo da una grande forza: quella di avere a Brescia realtà come il Csmt e le università, che dobbiamo continuare a rafforzare. Il Distretto dell’Innovazione va proprio in questa direzione, e la presenza in sala di numerose testimonianze di livello dimostra un’evidente disponibilità dei colossi industriali, data la rilevanza del tessuto industriale bresciano, a essere sempre più presenti anche in futuro, se ci sarà una progettualità di questo genere, affiancando le aziende nelle sfide future per migliorare sempre di più la produttività e quindi la competitività».

I commenti

«Camera di Commercio condivide e supporta il progetto perché corrisponde ai bisogni delle imprese, soprattutto Pmi, in un momento in cui l’innovazione è il principale driver di competitività ma fare innovazione richiede conoscenza, relazioni e competenza che non sempre si possiedono internamente - rimarca il presidente della Camera di Commercio Roberto Saccone -, e perché corrisponde all’idea di città che l’Amministrazione sta mettendo in campo. Camera svolge quindi, in questo momento, funzione di aggregazione e coordinamento per definire un piano industriale completo di un piano di lavoro ed obiettivi intermedi in grado di garantire il successo dell’iniziativa».

Saccone conferma quindi la disponibilità del Comune ad individuare la sede che ospiterà il progetto «escludendo finitivamente l’ipotesi che la Cittadella dell’innovazione sia un’operazione immobiliare». Parole a cui fanno eco quelle del presidente di InnexHub, Giancarlo Turati: «Il progetto del Distretto dell’Innovazione è tutt’altro che fermo: già solo le idee e le proposte raccolte in questi mesi costituiscono un serbatoio notevole per definire il futuro innovativo del nostro territorio».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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