Rinnovabili, la capacità produttiva del Bresciano è la più alta d’Italia

Brescia è la provincia italiana con la maggior capacità di energia rinnovabile d’Italia. A stabilirlo è Terna, la società italiana che gestisce la rete di trasmissione nazionale dell’energia elettrica, su dati relativi al 2024, da cui emerge che il nostro territorio ha il primato per potenza installata. Nello specifico si parla di potenza efficiente, cioè la massima quantità di potenza elettrica che gli impianti possono produrre in condizioni ottimali per un periodo di tempo prolungato.
Acqua e sole
A influire sul risultato è in particolare il parco di dighe nella parte montuosa della provincia, che consente, sul territorio bresciano, di avere impianti di rinnovabili per 2.260 mW di idroelettrico (il 64% del totale della produzione bresciana di energia elettrica, corrispondente alla metà circa dell’intera produzione idroelettrica della Lombardia), 1.081 di fotovoltaico (31%) e 183 di bioenergie (5%).
«Il grande sviluppo dell’idroelettrico nella nostra provincia – spiega Roberto Ranzi, professore ordinario di Costruzioni idrauliche e idrologia dell’Università degli Studi di Brescia – c’è stato nella prima metà del secolo scorso, con la realizzazione di alcuni degli impianti più importanti a livello nazionale, uno su tutti quello di San Fiorano con il salto più alto in assoluto: tra il livello dell’invaso e le turbine ci sono otre 1400 metri». Un settore molto sfruttato e praticamente saturo in tutta Italia, che può però fungere da stimolo per nuove sinergie con altri tipi di fonti rinnovabili, così come avviene già nel nostro Paese e in Europa: «Per esempio – spiega Ranzi – utilizzando lo specchio liquido delle dighe per posizionare impianti fotovoltaici».

L’importanza dell’idroelettrico non è data però solo dalla produzione di energia, ma anche dalla capacità di regolazione degli impianti, che consente di gestire in modo ottimale le fluttuazioni della produzione. Complici il fotovoltaico e l’eolico, è consueto che si generino picchi di offerta che vanno gestiti bene, per evitare, per esempio quanto avvenuto in Spagna lo scorso 28 aprile, il black out che ha lasciato milioni di cittadini senza energia per una decina d’ore. «Quello che è mancato nella Penisola Iberica – aggiunge Ranzi – è stata la capacità di regolazione dei picchi di energia: in questo i nostri impianti idroelettrici sono una risorsa fondamentale».
Tornando alla classifica di Terna, la seconda provincia italiana con la maggiore capacità installata di fonti rinnovabili è quella di Foggia, anche se in questo caso a pesare sono i campi eolici: qui si trovano operativi 2.690 mW di impianti di energia prodotta dal vento (il 77% del totale), 737 di solare (21%) e 62 mW di bioenergie (1%). Negli ultimi anni il titolo di capitale rinnovabile d’Italia è stato conteso proprio tra Foggia e Brescia, con la provincia pugliese in testa nei momenti di crescita del proprio parco eolico, superata nel 2024 da Brescia grazie allo sviluppo locale del fotovoltaico, che in dodici mesi è aumentato del 22% rispetto all’anno precedente.
Prospettive
«Le potenzialità per un ulteriore sviluppo del fotovoltaico non mancano, né in provincia di Brescia né in Italia – afferma il professor Ranzi - ma bisogna trovare l’equilibrio tra l’utilizzo degli spazi e delle superfici con alcuni aspetti paesaggistico-ambientali e in questo, credo, rivestano un ruolo centrale le comunità energetiche».
I risultati provinciali si riflettono poi anche sulla classifica regionale. Prima per capacità rinnovabile installata è di gran lunga la Lombardia con 5.225 mW di idroelettrico (un quarto dei quasi 20mila a livello italiano), 4.959 mW di fotovoltaico (cresciuti del 22% rispetto al 2023) e 993 mW di bioenergie (+1%). Seconda è la Puglia, terzo il Piemonte.
Infine alcune curiosità: le rinnovabili hanno coperto per la prima volta nel 2024 oltre il 40 % del fabbisogno elettrico, attestandosi al 41,2 %, su una produzione netta totale nazionale pari a 264 tWh. I consumi elettrici totali hanno raggiunto 312,3 miliardi di kWh, con un incremento del 2,2 % rispetto al 2023 e il massimo storico di domanda oraria si è registrato il 18 luglio 2024 con 57,5 GW. Infine, la produzione nazionale netta nel 2024 ha coperto l’83,7 % dei consumi, per il restante 16,3 % si è ricorso all’import energetico.
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