Capodanno sul Garda, tra riti discreti e tradizioni che restano

Sul Garda non servono grandi riti per segnare la fine dell’anno. Basta un riflesso sull’acqua, il silenzio delle mattine d’inverno, il profilo delle montagne che sembrano più vicine.
È qui che le festività assumono un tono particolare, tra abitudini che si ripetono e piccoli gesti che, con il tempo, sono diventati quasi rituali.
Tradizioni di fine anno
In alcune località il passaggio al nuovo anno si festeggia in piazza, con musica dal vivo, brindisi e fuochi d’artificio che si riflettono nel lago. In altre si preferisce una dimensione più raccolta, con cene tra amici, camminate serali sul lungolago e il primo caffè dell’anno davanti a un panorama che non delude mai.
Non esiste una sola «tradizione gardesana» di fine anno. Ma esiste uno spirito comune, che lega le sponde bresciane e veronesi, le piazze affollate e i porticcioli silenziosi, chi aspetta la mezzanotte ballando e chi la aspetta in silenzio.
Per qualcuno, l’ultima notte dell’anno è fatta di musica. Per altri, di abitudini che si ripetono ogni 31 dicembre: un brindisi sempre nello stesso posto, una cena nello stesso ristorante, un augurio scritto ogni volta alla stessa ora. Piccole cose che, nel tempo, diventano tradizione.
Tra le immagini più scenografiche c’è sicuramente il cielo che si illumina allo scoccare della mezzanotte. Non servono grandi spettacoli organizzati: basta una bottiglia stappata con gli amici, una terrazza che guarda l’acqua, il rumore ovattato dei fuochi che si riflettono sul lago e la sensazione, sempre uguale e sempre nuova, che un altro giro sia ricominciato.
Feste e rituali
Negli ultimi anni, anche i tuffi di Capodanno si sono imposti come rito collettivo. In alcune località del Garda, gruppi di coraggiosi sfidano l’acqua gelida per iniziare il nuovo anno con una scarica di energia e una foto di gruppo. Qui basta dire che è diventata una tradizione: eccentrica, sì, ma ormai attesa e partecipata.
Più antica, e più radicata in certe zone del lago, è la tradizione del falò della Befana. A chiusura del periodo natalizio, in alcuni borghi si organizza ancora il rogo della «vecia»: un grande falò che brucia simbolicamente l’anno vecchio e chiude il ciclo delle feste con un gesto collettivo, antico, viscerale. In riva al lago o in piazza, il fuoco richiama comunità, vin brulé e una certa voglia di chiudere il capitolo con un gesto netto.
Gesti collettivi
Il cibo, come sempre, fa la sua parte. Nelle case, nei ristoranti o nei cenoni tra amici si ripetono piatti che mescolano tradizione e creatività: risotti con il pesce di lago, carni brasate, formaggi locali, dolci della tradizione.
Ma non mancano lenticchie e cotechino, panettone, brindisi allo scoccare della mezzanotte. Anche sul Garda, insomma, la tavola è parte del rito.
Ci sono poi le passeggiate del primo dell’anno: chi si alza presto per vedere l’alba, chi va in cerca di silenzio, chi si concede una passeggiata senza meta tra le vie del centro o lungo il lungolago. Un modo per cominciare il nuovo anno camminando, guardando avanti, con lentezza.
E non manca chi sceglie di «uscire dalla folla» e accogliere l’anno in modo alternativo: una notte in barca, una salita panoramica al crepuscolo, una sera al rifugio o in campeggio fuori stagione, per iniziare il nuovo giro lontano da tutto. A modo suo, ogni paese del Garda costruisce il proprio rito. Il lago fa il resto.
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