CronacaBassa

Aeroporto di Montichiari, da Venezia stop all’alleanza con Bergamo

Il presidente di Save Enrico Marchi: «La gestione resta in capo a noi. Pronti a investire 100 milioni di euro»
Un aereo cargo all’aeroporto di Montichiari - © www.giornaledibrescia.it
Un aereo cargo all’aeroporto di Montichiari - © www.giornaledibrescia.it
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Venezia è sempre serenissima, ma il barometro indica tempesta sopra la sede della Save. Qui proprio non sono andate giù le dichiarazioni del presidente dell’aeroporto di Bergamo, o meglio della Sacbo, che ha ventilato l’ipotesi di un’alleanza dei cieli con Brescia nell’ottica di un sistema integrato lombardo.

Peccato che «la gestione di Montichiari sia nostra e non intendiamo cederla». È categorico Enrico Marchi, il numero uno della società lagunare che gestisce gli aeroporti veneti e, tramite la veronese Catullo, anche il nostro d’Annunzio.

Provocazioni

«Quelle che ho letto sui giornali mi sono sembrate esternazioni estemporanee, irrituali e addirittura provocatorie», taglia corto Marchi in risposta all’intervento del suo «collega» di Orio, Giovanni Sanga, giovedì scorso di fronte agli industriali di Brescia e di Bergamo. L’eco di quelle parole è giunta ben presto anche a Venezia, dove è risultata tutt’altro che gradita.

Tanto che oggi è arrivata una netta presa di posizione: «Ho sentito molte chiacchiere, ma prima di parlare in pubblico sarebbe meglio ragionare di cose concrete in privato. Sono state ipotizzate possibili sinergie: benissimo, possiamo trovarle». E qui arriva quella che ha tutta l’aria di essere una provocazione: «Se c’è un’apertura del capitale da parte dell’aeroporto di Bergamo, noi di Save siamo disponibili a ragionare su possibili investimenti».

«Noi sicuramente - aggiunge Marchi - siamo abituati a lavorare nel silenzio, a parlare con i fatti. Continueremo a gestire Montichiari cercando di svilupparlo al massimo. Già oggi è il quinto aeroporto cargo d’Italia, dopo Milano, Roma, Venezia e Bologna. Ma potremo attrarre ulteriori compagnie e ulteriore traffico merci non appena sarà approvato il Piano di sviluppo. Oggi abbiamo a disposizione 15mila metri quadrati di magazzini: siamo pronti a costruirne di nuovi e ad arrivare a 66mila metri quadrati. Per Montichiari abbiamo già investito 20 milioni, con il Piano arriveremo a 100 milioni».

Nodo passeggeri

Il presidente di Save Enrico Marchi
Il presidente di Save Enrico Marchi

Proprio la vocazione cargo del d’Annunzio non è in discussione per Marchi, che tuttavia non esclude una futura apertura ai passeggeri: «Vedremo se effettivamente Bergamo non ha possibilità di ulteriore sviluppo in questo senso. In caso siamo disponibili a ragionare su questo punto. Fermo restando che noi già quest’anno a Montichiari contiamo di arrivare a 4.300 decolli e altrettanti atterraggi. Non sono pochi».

Il leader di Save interviene infine sul ruolo di Abem, la società espressione delle forze produttive della Leonessa, che non vede l’ora di partecipare allo sviluppo del d’Annunzio: «Siamo sempre disponibili al dialogo, a ragionare insieme se c’è interesse a entrare nel nostro azionariato. Ben vengano in ogni caso idee e suggerimenti per un ulteriore sviluppo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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