Bassa

Aeroporto di Montichiari, piano di sviluppo da 100 milioni per crescere e modernizzarsi

L’obiettivo per il D’Annunzio è raggiungere quota 429mila tonnellate di merce, adeguando la pista e le strutture
D'ANNUNZIO, PIANO DI SVILUPPO DA 100 MLN
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Percorrendo la Provinciale 37 a Montichiari la sera tardi, quasi non ci si accorge di passare accanto all’aeroporto Gabriele d’Annunzio.

Complice anche la nebbia di questi giorni, quello bresciano sembra a tutti gli effetti uno scalo fantasma, con il grande parcheggio deserto, le serrande dei negozi abbassate e neanche l’ombra di un passeggero. Tutto questo nonostante la notte, al di là dell’ingresso principale, l’aeroporto si animi d’improvviso, cominciando a brulicare di vita soprattutto a bordo pista. Di solito accade intorno alle 23.20, l’orario d’atterraggio del primo cargo di Poste Italiane, un Boeing 737 proveniente da Cagliari, della flotta di Poste Air Cargo.

Movimento

Dal 2018 la compagnia aerea di Poste ha fatto del Gabriele d’Annunzio il suo hub cargo e contribuito a rendere l’aeroporto bresciano il terzo scalo nazionale per movimentazione delle merci dopo Malpensa e Fiumicino. Gli altri scali cargo sono Venezia e Bologna.

Nel 2023 al D’Annunzio sono state gestite in totale 39mila tonnellate di merce, stessa quantità dell’anno prima, suddivise in circa 23mila per Poste, 13mila per Dhl e il resto fatto di traffico cargo internazionale, compresi alcuni charter per l’Africa che hanno movimentato qualche migliaio di tonnellate di merci. «Già dall’anno prossimo - spiega Francesco Folonari, direttore Cargo del Gruppo Save, gestore degli aeroporti veneti e maggiore azionista della Catullo, la società veronese cui fa capo anche l’aeroporto bresciano - contiamo di arrivare a 47mila tonnellate di merce, con una crescita di circa 8mila tonnellate tra cargo internazionale ed e-commerce».

Save però ha progetti decisamente più ambiziosi, almeno sulla carta. Nel 2019 il gruppo veneto ha presentato un piano di Sviluppo dall’aeroporto di Montichiari, 101 milioni di euro di investimento, che lo scorso 14 settembre ha ottenuto un primo via libera da parte del Ministero dell’Ambiente. Entro il 2030 il master plan prevede di portare a 429mila tonnellate la merce movimentata grazie all’implementazione delle strutture di terminal cargo e alla realizzazione di nuovi fabbricati e hangar, che comporterà la deviazione della Sp 37.

Non meno importante è l’allungamento della pista, che sarà portata da 2.9 km a 3.4 km. «Tre mesi fa è stata approvata la Via (Valutazione d’impatto ambientale, ndr) e siamo in fase di conferenza dei servizi per ottenere la conformità urbanistica - aggiunge Folonari -. In parallelo siamo partiti con la progettazione delle opere, in modo da avviare la cantierizzazione appena risolti i nodi burocratici. La pista sarà uno degli ultimi interventi che faremo».

C’è però l’aspetto ambientale tutt’altro che trascurabile, visto che la Via è stata licenziata dal Ministero con una serie di prescrizioni sollevate da Regione Lombardia su mobilità, qualità dell’aria e rumore. Sui fondi disponibili, infine, Folonari è stato chiaro: «I cinquanta milioni promessi dall’amministratore delegato Monica Scarpa ci sono per avviare i lavori. Man mano che procederemo ci saranno anche gli altri cinquanta. Non pensiamo a un terzo attore che metta i fondi». 

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