Tutti i problemi della campagna antinfluenzale in Lombardia

Si poteva fare meglio. Ci sono almeno 700mila motivi per pensarlo, tanti quanti i vaccini che oggi mancano all’appello. L’ammissione arriva direttamente dagli uffici di Regione Lombardia, dove ci si occupa dell’organizzazione della campagna vaccinale antinfluenzale.
Una campagna presentata come fondamentale e strategica in vista dell’inverno e di altre ondate della pandemia da Covid-19, perché essere vaccinati per l’influenza - spiegava in estate il ministro alla Salute, Roberto Speranza - consente, nel caso in cui si manifestassero sintomi compatibili col coronavirus, di avere una diagnosi più tempestiva e di «pesare» meno sul sistema sanitario. In un anno così importante, però, il percorso della campagna antinfluenzale in Lombardia non è stato netto. Anzi, più di una cosa è andata storta.

I numeri
Partiamo dall’inizio, dalla scorsa estate. L’obiettivo fissato era il raggiungimento di una copertura vaccinale del 75% per i pazienti fragili, ossia i malati cronici e gli over 65, a cui si sono aggiunti i bambini dai 6 mesi ai 6 anni. Il target per gli adulti tra i 60 e i 64 anni è invece del 50%. Per tutte queste categorie il vaccino è gratuito nelle strutture sanitarie pubbliche, ossia negli ambulatori dei pediatri e dei medici di famiglia o nei centri vaccinali, permanenti o temporaneamente allestiti sul territorio.
In Lombardia i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni sono 541.453, gli over 65 sono 2.302.257, gli adulti tra i 60 e i 64 anni 630.764. L’obiettivo è dunque quello di arrivare a vaccinare 406.090 bambini, 1.726.895 over 65, 320mila soggetti a rischio come operatori sanitati o malati cronici, e 315.382 adulti tra i 60 e i 64 anni. In tutto, dunque, Regione Lombardia si è posta l’obiettivo di vaccinare 2,7 milioni di persone. Nella campagna vaccinale del 2019, per fare un confronto, sono stati somministati alla popolazione adulta 1.378.555 dosi.
Nel Bresciano facciamo i conti su Ats Brescia, perché Ats della Montagna oltre alla valle Camonica comprende anche la provincia di Sondrio. Dunque, nel territorio di competenza di Ats Brescia, ci sono 64.448 bambini tra i 6 mesi e i 6 anni e l’obiettivo sarebbe vaccinarne 48.366, 252.965 over 65 per un target di vaccinati di 189.723 e 71.898 persone tra i 60 e i 64 anni di cui la metà da sottoporre a vaccino.
Le dosi acquistate, distribuite, somministrate
In Lombardia ci sono stati diversi problemi con i bandi di gara per l’acquisto dei vaccini: Aria (Azienda Regionale per l'Innovazione e gli Acquisti) ne ha indette 9 tra marzo e ottobre, ma tre non sono state aggiudicate, una è stata sospesa e un’altra ancora è andata deserta. I dati di Regione dicono che al primo dicembre i vaccini comprati sono 2.502.000, non sufficienti dunque per raggiungere il target. Ad aggravare la situazione, come ha spiegato domenica il direttore generale del Welfare lombardo, Marco Trivelli, c’è una mancata consegna non da poco:
Tornando ai dati, Trivelli ha dichiarato: «Gli over 65 sono coperti non come volevamo, perché 700mila dosi in più avrebbero fatto la differenza anche in termini di facilità di distribuzione e somministrazione per i nostri medici».
I ritardi
La conseguenza è che i medici e i centri vaccinali del territorio sono rimasti senza dosi. Clara Mottinelli, la presidente di Federfarma Brescia, martedì ha spiegato che nella nostra provincia sono arrivate 150mila dosi destinate ai medici di famiglia, la metà di quelle attese. Le altre non si sa se e quando arriveranno.
«Venerdì - ha detto Trivelli - dovrebbero arrivare 100mila dosi delle 300mila in ritardo (erano previste in consegna per il 4 novembre) destinate agli operatori sanitari di tutta la regione. Il 20 dicembre speriamo arrivino le altre 200mila, che saranno distribuite ai medici di famiglia».
Un’altra complicazione riguarda la distrubuzione delle dosi. Secondo Federfarma Brescia, infatti, un buon numero di dosi destinate alle farmacie per poi essere consegnate ai medici di famiglia sono erroneamente finite alle Asst.Visti i tempi - ricordiamo infatti che la campagna vaccinale sarebbe dovuta iniziare a metà ottobre, ma in realtà è partita a novembre più che inoltrato - difficilmente quelle dosi potranno essere ridestinate. Il che vuol dire che alcuni medici di famiglia riceveranno meno dosi del necessario e dovranno dirottare i loro pazienti sui centri vaccinali.
Ma anche per i centri vaccinali, ossia per Asst, non sarà semplice ridefinire un calendario, a maggior ragione se a scombinare i piani ci sono dosi non richieste e dosi non arrivate. Gestire i numeri non è sempre facile.

Le altre complicazioni
Come se non bastasse, c’è il Covid con i suoi protocolli di sicurezza. La somministrazione negli ambulatori di medici e pediatri, ma anche nei centri vaccinali, richiede più tempo degli anni passati, perché bisogna a tutti i costi evitare assembramenti e bisogna rispettare il tempo di attesa post-vaccinazione per controllare l’eventuale comparsa di reazioni avverse.
Inoltre - l’elenco delle complicazioni non è ancora finito - quest’anno è cambiata la modalità attraverso cui medici e pediatri registrano i dati dei pazienti sottoposti a vaccinazione antinfluenzale. Se prima era sufficiente compilare un foglio Excel, da quest’anno la procedura va fatta attraverso un apposito portale presentato con poco preavviso, non così immediato da utilizzare per tutti i dottori.
A che punto siamo
La registrazione delle dosi somministrate va dunque a rilento e, insieme alla carenza di dosi e alla partenza in ritardo della campagna vaccinale, spiega come mai la percentuale delle persone a cui è stato somministrato il vaccino è ancora bassa. Soprattutto per quel che riguarda i bambini, perché i pediatri che hanno aderito alla campagna (in provincia di Brescia circa un terzo del totale) hanno ritirato le prime dosi lunedì 23 novembre.
I dati aggiornati al primo dicembre indicano una copertura nel territorio di Ats Brescia del 29,77% per gli over 65, del 3,57% per i bambini dai 2 ai 6 anni e del 7,24% per la fascia 60-64 anni. Nelle altre zone della regione queste percentuali sono più alte, anche di dieci punti.
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