Riti personalizzati e psicologo: come il Covid ha cambiato il lutto

Gli infiniti rintocchi a morto delle campane di paese; gli elenchi dei deceduti in costante aggiornamento; le bare in attesa di sepoltura e quelle trecento urne nella chiesetta del Vantiniano, benedette dal vescovo prima dell’inumazione. Con la pandemia la vita e la morte hanno assunto una dimensione diversa e la necessità di elaborare lutti inaspettati e violenti ha fatto nascere, anche nella nostra città, realtà e pratiche pensate per dare sollievo ai familiari sofferenti.
Nuovi sostegni
Così l’associazione di promozione sociale Oltrepassando, che ha sede in Contrada del Carmine, proprio nei giorni più bui del Covid ha avviato un servizio gratuito di supporto psicologico per l’elaborazione del lutto. «Un modo per tendere la mano - spiega Cristina Zaniboni, una delle fondatrici dell’associazione - a tutte le persone costrette a vivere un lutto a causa del coronavirus».
Un’intuizione proseguita oltre il lockdown, attraverso i percorsi che Oltrepassando continua a proporre tuttora, in autonomia o in collaborazione con le onoranze funebri cittadine. Fra le prime a mostrarsi sensibili al tema ci sono state le Generali di Brescia. «Ci siamo interrogati - racconta Angelo Gabusi - su cosa potessimo offrire ai nostri clienti per aiutarli ad affrontare una perdita che, non tutti, riescono a superare in autonomia. Abbiamo quindi deciso di proporre, a chi vorrà usufruirne, percorsi di accompagnamento e supporto con professionisti competenti. È uno strumento ulteriore per favorire l’elaborazione del lutto, che potrà aiutare chi ne sente il bisogno».Cambiamenti

Ma ci sono anche altri due aspetti della ritualità della morte su cui il Covid ha influito e che sono in qualche modo connessi. Da un lato le cremazioni, che sono in costante aumento, come spiega lo stesso Gabusi di Generali: «I numeri che emergono dalla nostra quotidiana esperienza dicono che oggi oltre il 50% delle famiglie sceglie la cremazione». Un trend confermato da Regione Lombardia, che ha autorizzato l’ampliamento dell’impianto cittadino di Sant’Eufemia e la cotruzione di un secondo tempio crematorio a Chiari. Di concerto è emersa la volontà di familiari e amici del defunto di poter godere di un momento di raccoglimento e ricordo anche successivo al funerale.
Spiega Cristina Zaniboni: «I nostri cerimonieri sono a servizio di chi sente il bisogno di essere accompagnato nell’ultimo saluto. E ciò non si limita a persone di religione diversa o che scelgono un rito laico. I cerimonieri sono un riferimento per l’accompagnamento al tempio crematorio o alla consegna dell’urna. Non sostituiscono la figura religiosa, tanto che in altre città, come Bolzano, spesso collaborano con la Diocesi, affiancando i parroci».
«Lo scopo - aggiunge Paolo Panizza delle Onoranze Generali - è offrire ai familiari uno spazio di commemorazione per ricordare il defunto con letture, musiche e riti simbolici, come la cerimonia delle candele, davvero molto suggestiva». Da Oltrepassando confermano che le richieste sono in crescita: «Per noi è importante parlare coi parenti del defunto e arrivare a conoscerlo attraverso di loro. Così possiamo concordare una cerimonia personalizzata che renda davvero omaggio a chi non c’è più e porti sollievo a chi resta».
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
