Regione, toto-assessori: Brescia si ferma a 2, ma compensa col sottogoverno

Tironi in pole per il Welfare, Mazzali per Turismo e fiere. Mercoledì a Roma il vertice decisivo, venerdì la squadra
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REGIONE, DUE POSTI PER BRESCIA
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A un certo punto si è messo in discussione tutto: «La verità è che più di qualche promessa non potrà essere rispettata alla lettera, a partire dai nomi fuori sacco» confessa chi ai tavoli della trattativa siede. Questione di numeri, prima ancora che di nomi e di deleghe: gli equilibri politici di assegnazione non possono fuggire dalla matematica. Le reazioni a tratti scomposte di chi gravita nell’orbita di governo, e che nell’elenco che compone il toto-Giunta aveva visto il suo nome, sono la misura esatta dello spavento: la posta in gioco è restare tagliati fuori proprio sul finale, nei giorni cruciali, che sono però gli unici decisivi. Le caselle, del resto, non si moltiplicano. La matematica si può aggirare fino a un certo punto: è vero, ci sono i sottosegretariati, ma sono quattro in tutto. Insufficienti per garantire lo scranno a tutti.

E se per gli eletti c’è ancora il salvagente delle presidenze e vicepresidenze delle Commissioni, a rischiare di rimanere a bocca asciutta sono coloro che un posto da consigliere non l’hanno ottenuto: i «nomi fuori sacco», come li definiscono i dirigenti dei partiti di centrodestra. Che, per il round finale, si troveranno a tu per tu mercoledì sempre a Roma, in un vertice dal quale i coordinatori regionali e il presidente Attilio Fontana si sono proposti di uscire con le idee chiare. Per presentare così la squadra di Giunta venerdì 10, con un timing perfetto in vista del Consiglio regionale d’insediamento, previsto mercoledì 15.

Le caselle

Insomma, il countdown è ufficialmente iniziato e tra pochi giorni si conosceranno nomi e volti degli assessori della XII legislatura. Come ne esce Brescia da questo gioco di ruoli? Dopo una tarantella vivace, ci si ferma a due assessorati certi.

Il primo andrà a Barbara Mazzali (Fratelli d’Italia) che le quotazioni più recenti vedono seduta quasi certamente sulla poltrona che gestirà Turismo, moda, grandi eventi e fiere.

Il secondo è prenotato da tempo dalla forzista Simona Tironi: l’ex vicepresidente della Commissione Sanità dovrebbe prendere le redini del Welfare inteso come i vecchi servizi sociali (e, quindi, occuparsi di fragilità e disabilità) sulla scia di un ritorno al passato con lo scorporo di queste deleghe da quella della Sanità, che resterà invece (questo ormai certamente) sotto la regia di Guido Bertolaso, tra gli sponsor di Tironi al Welfare.

Pluralità nella rappresentanza

A questo punto le considerazioni, così come gli scenari che si aprono, sono diversi. Brescia esce depotenziata rispetto alla passata legislatura (che vedeva in Giunta tre assessori)? Eppure è la provincia che ha incamerato tra i maggiori numeri di preferenze. E, ancora: dopo il «beau geste» di Fabio Rolfi che ha rinunciato all’assessorato per concentrarsi sulla corsa in Loggia da candidato sindaco, la Lega - che nella nostra provincia ha fatto incetta di preferenze - resterà senza rappresentanza nel governo regionale?

Qui subentra il lodo compensazioni che punta dritto ai cosiddetti incarichi di sottogoverno.

L’ex assessore al Bilancio, Davide Caparini, sembra in predicato di occupare una delle preziosissime caselle dei sottosegretari, gestendo una partita tutt’altro che irrilevante per il Carroccio: l’Autonomia. L’orientamento del partito sarebbe poi quello di premiare Floriano Massardi, il più preferenziato, con la presidenza della Commissione Agricoltura, assessorato che resterà in quota FdI. Dal canto suo, Forza Italia spera di ottenere due sottosegretariati, così da riuscire a consegnarne uno nelle mani di Gabriele Barucco (uscente e rimasto fuori dall’Aula con 5.716 preferenze): stando alle indiscrezioni circolate ieri questo scenario sembra essere sempre più sfocato, ma non è ancora detto.

Ma nel paniere ci sarebbe anche un altro ruolo, squisitamente istituzionale ma importante per Brescia: quello della vicepresidenza del Consiglio regionale che - per quanto riguarda la casella riservata alle opposizioni - potrebbe essere ricoperto dal sindaco uscente del capoluogo, Emilio Del Bono (Pd), il più preferenziato di sempre con 35.761 voti personali. Questo quadro garantirebbe alla nostra provincia non solo la «compensazione dell’assessorato perduto», ma anche una pluralità nella rappresentanza.

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