Regione: Ferrovie, Asst e Aria finiscono sul piatto della trattativa

Le società diventano altro terreno di compensazione: l’idea è anticipare i cambi ai vertici di enti e agenzie
La proclamazione del presidente Attilio Fontana dovrebbe avvenire a giorni: da quel momento la Giunta attuale decade - Foto © www.giornaledibrescia.it
La proclamazione del presidente Attilio Fontana dovrebbe avvenire a giorni: da quel momento la Giunta attuale decade - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La Giunta è una parte, ma non è tutta la parte. Sul piatto della trattativa c’è anche un’altra partita, tutt’altro che secondaria e tutt’altro che leggera. E punta dritta alle società, alle agenzie e agli enti controllati da Palazzo Lombardia.

Dalle Ferrovie alla società Aria - che si è guadagnata la ribalta delle cronache durante il caotico periodo delle prenotazioni vaccinali in piena pandemia - passando per le Asst (acronimo di Aziende socio sanitarie territoriali): in ballo ci sono ruoli strategici, spesso meno in vista rispetto a chi guida gli assessorati ma, in molti casi, con un peso altrettanto rilevante. Sia in termini di ricadute pubbliche sia sul versante della gestione dei servizi.

Strategie

Il punto è sempre lo stesso: i nuovi equilibri politici interni al centrodestra. Fino al voto del 12 e 13 febbraio Fratelli d’Italia valeva - in termini di rappresentanza dentro e fuori la Giunta - quel che le urne avevano indicato cinque anni prima: il 3,6%. Oggi i rapporti di forza sono ben differenti: il partito guidato da Giorgia Meloni, in Lombardia, ha incassato il 25,18%, un peso politico che la coordinatrice regionale Daniela Santanchè intende esercitare. E che passa anche dalle società.

Per questo una delle ipotesi che si sta facendo largo nelle settimane caratterizzate dalle trattative sul toto-assessori punta anche a un rinnovo plenario dei vertici delle società gestite da Regione. Alcune sono in scadenza, altre invece avrebbero ancora un anno di gestione davanti a loro, ma l’orientamento sembrerebbe essere quello di anticipare i tempi e ripartire da zero. Specie perché la gestione di alcune società ricade molto sul programma di mandato degli assessorati. E la visione strategica dev’essere condivisa.

Non si parla di realtà secondarie. Sul tavolo, ad esempio, c’è la holding Fnm, il principale Gruppo integrato nella mobilità sostenibile in Lombardia, il primo polo in Italia che unisce la gestione delle infrastrutture ferroviarie alla mobilità su gomma e alla gestione delle infrastrutture autostradali. A farne parte sono, ad esempio, Trenord e Ferrovienord: un fronte che lo stesso presidente Attilio Fontana ha indicato come prioritario, tanto che lo ha affiancato al tema sanitario nell’impegno dell’agenda dei primi cento giorni. Attualmente il presidente esecutivo è Andrea Gibelli, ma Fratelli d’Italia - stando ai rumors - avrebbe già ipotecato il suo posto per Beniamino Lo Presti, commercialista di fiducia del presidente del Senato Ignazio La Russa.

Prospettive

Lo snodo Ferrovie non è l’unico campo in cui si gioca la partita. Le caselle strategiche da riempire, nel caso si spingesse sull’acceleratore per un cambio di regia, sono molte. C’è Aria Spa, attualmente guidata da Cristian Borrello, amministratore unico dal 30 giugno 2021. C’è l’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che va a scadenza naturale. C’è Finlombarda, la società finanziaria della Lombardia e intermediario finanziario vigilato da Banca d’Italia, il cui compito istituzionale è concorrere all’attuazione dei programmi regionali di sviluppo economico, attualmente presieduta da Michele Vietti.

E poi ci sono tutte le Asst territoriali, che dovrebbero avere ancora dodici mesi di lavoro ma che quasi certamente saranno al centro di un giro di valzer.

Il bacino delle società e degli enti, insomma, è ghiotto. Al pari del posto in Giunta. I partiti lo sanno bene, come sono consapevoli del fatto che la partita degli assessorati non si chiude con la formazione della squadra che accompagnerà Attilio Fontana per i prossimi cinque anni. Affrontare l’affaire partecipate a stretto giro potrebbe cioè regolare i conti. Quelli fra le forze politiche del centrodestra, certo, ma anche quelli degli scontenti che in campagna elettorale si sono spesi e hanno lavorato per le diverse compagini. E che, dopo la stagione delle promesse, adesso desiderano passare all’incasso. Non necessariamente all’interno del Palazzo.

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