Paratoie automatiche nelle rogge per proteggere Brescia dalle alluvioni

Sono diversi gli interventi previsti dal Consorzio Oglio Mella in città, a Villa Carcina Concesio e Collebeato
Una paratia della serioletta Carcina a Pregno che sarà sostituita con un impianto moderno telecomandato da remoto
Una paratia della serioletta Carcina a Pregno che sarà sostituita con un impianto moderno telecomandato da remoto
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Difendere il territorio dalle alluvioni e dagli eventi estremi provocati dal cambiamento climatico. Costruendo vasche di laminazione in grado di contenere le piene e ricorrendo alla tecnologia per gestire il flusso dell’acqua nei canali e nelle rogge, che attraversano città e campagna.

Il Consorzio di bonifica Oglio Mella sta lavorando su questi due versanti, secondo il programma approvato nel 2020 dalla Regione. L’ente estende la sua competenza su oltre 99mila ettari in 72 Comuni fra i due fiumi. A gennaio 2023 è stata inaugurata la vasca di Castrezzato. Per la prima volta in Lombardia una cava dismessa è stata recuperata con un doppio scopo: sfogatoio per la rabbia del maltempo e bacino di accumulo anti siccità per l’irrigazione. La stessa funzione delle future vasche di Travagliato e di Torbole Casaglia, i cui lavori saranno appaltati nei prossimi mesi, fra autunno e inverno.

Nello stesso periodo, tuttavia, partirà un altro progetto innovativo: il telecontrollo da remoto delle paratie, che permetterà, a seconda dei livelli, l’apertura e la chiusura automatica, regolando il deflusso dei corsi d’acqua. Riguarda il reticolo idrico minore derivato dal Mella e dal Garza nei territori di Brescia, Concesio, Collebeato e Villa Carcina. Lo scopo è scongiurare piene ed alluvioni, intervenendo in maniera più diretta e veloce sul nodo idraulico che gravita sul capoluogo.

Il Mella

Una premessa. Nel 2017 la Regione ha varato il regolamento con i criteri e i metodi per il rispetto del principio dell’«invarianza idraulica e idrologica», come previsto da una legge del 2005. Invarianza idraulica significa che le portate massime di deflusso meteorico scaricate nei corpi idrici dalle nuove aree urbanizzate non devono essere maggiori di quelle preesistenti allo sviluppo. Una norma anti alluvione, ancora in buona parte inapplicata. Nel Bresciano (ma nell’intero Paese) infrastrutture, case e capannoni hanno tolto troppi ettari di suolo permeabile. La pioggia non penetra nel cemento, con le conseguenze che sappiamo. Il progetto di telecontrollo elaborato dal Consorzio ha lo scopo di assicurare l’invarianza idraulica dopo la costruzione della terza corsia della Tangenziale Sud fra il Violino e Roncadelle e l’Alta velocità ferroviaria. L’ente (che dal 2020 si occupa del reticolo idrico minore di Brescia) ha individuato 11 punti di intervento nei 4 Comuni, nove su corsi derivati dal Mella, due dal Garza. Sono interessati, lungo il primo, il canale Federativo (a Noboli), la serioletta Carcina (a Pregno), la roggia Cobiaba (Collebeato), il fiume Grande (alla Stocchetta).

Il Garza

Coinvolti anche il vaso Fossetta e Canalone, che attinge dal Garza, e il vaso Garzetta di Fornaci. Quest’ultimo, in verità, negli anni ha sostituito il prelievo dal Garza con i pozzi installati nel sito della Caffaro e necessari per garantire la depressione della falda al di sotto del suolo contaminato.

L’intervento per l’installazione di paratoie automatizzate gestite con il telecontrollo costa 350mila euro. Si comincerà in autunno. Saranno demoliti gli attuali manufatti di regimazione del reticolo idrico; al loro posto nuove macchine idrauliche collegate alla centrale di controllo, paratoie di presa e di scarico, partitori, traverse. Tutto il necessario per rinnovare il sistema, che garantirà una maggiore e più veloce gestione dell’acqua, lo scambio tra fiume e canali, secondo le esigenze imposte dalle condizioni.

La tecnologia, dunque, sostituirà l’opera dell’uomo. Addio all’«acquajuolo» di antica memoria e competenza, spazio al computer.

A Castrezzato e a Torbole

Dopo Castrezzato, tocca a Travagliato e a Torbole Casaglia. Tre interventi nel raggio di pochi chilometri per mettere in sicurezza buona parte delle aree urbane e del territorio agricolo nella Bassa ovest. Vasche di laminazione, contenitori d’acqua che possono essere riempiti o svuotati secondo l’occorrenza.

Il prossimo autunno-inverno verrà appaltato il cantiere in via Castrina, a Travagliato, dove sarà adeguato il bacino già esistente. Si tratta di un’opera da 400mila euro finanziati dalla Regione, a beneficio delle aree del reticolo che riguarda la roggia Trenzana-Travagliata. Come per Castrezzato, spiegano i tecnici del Consorzio Oglio Mella, guidato dal presidente Renato Facchetti e dal direttore Cesare Dioni, «il progetto prevede il miglioramento della funzionalità idraulica della rete di bonifica per il controllo delle piene e degli eventi alluvionali, sfruttando un’ex cava». Le caratteristiche geologiche e morfologiche, l’assenza di vincoli, la distanza dal centro abitato, rendono il sito adatto allo scopo. 

L’attuale vasca di laminazione di Travagliato è entrata in funzione più volte in passato durante le emergenze provocate dal maltempo. Oggi, tuttavia, è necessaria un’azione di «consolidamento strutturale e di messa in sicurezza dei cigli - spiega il Consorzio Oglio Mella - per garantire il corretto funzionamento dell’opera, così come per evitare potenziali danni causati da un completo degrado causato dall’erosione in corso». Insomma, serve una cura massiccia per assicurare la piena operatività della struttura. 

A Torbole Casaglia la vasca occuperà un’area di campagna in via Gorizia, a nord est dell’abitato. Anche in questo caso l’investimento, 300mila euro, è a carico della Regione. Il bacino potrà contenere undicimila metri cubi di acqua. L’opera assorbirà le piene della roggia Travagliata. I lavori saranno affidati dal Consorzio nei prossimi mesi. 

L'intervento già realizzato a Castrezzato

Vale la pena di ricordare l’intervento realizzato alla Bargnana di Castrezzato. Una vasca di 20mila metri quadrati, capace di 150mila metri cubi, recuperata in una cava di ghiaia. L’uso di «buchi» dismessi per l’accumulo dell’acqua è una delle varie soluzioni in campo per affrontare gli eventi estremi della crisi climatica: da una parte le alluvioni, dall’altra la siccità. Anche questo bacino è collegato al canale consortile della Trenzana-Travagliata. La roggia (nei due rami verso il territorio dei due paesi) alimenta un reticolo idrico minore che disseta mille e cinquecento ettari di fertile campagna. Ben si intuisce, dunque, l’importanza di opere come questa nella loro duplice funzione.

Il Consorzio di bonifica Chiese sta invece realizzando un invaso artificiale nell’ex cava Mascarini di Calcinatello. Un mega bacino, pronto fra un paio di anni, di ben 55mila metri quadrati in grado di accumulare 700mila metri cubi di acqua. Un intervento da 14 milioni finanziati dallo Stato attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza.  

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