Migranti: l'obiettivo è «fare sistema», ma la strada condivisa ancora non è tracciata

Le diversità nel modo di gestire i richiedenti asilo emergono nella prima puntata della nuova stagione di Messi a fuoco
MIGRANTI: "FARE SISTEMA"
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Il nostro direttore, Nunzia Vallini, ha ribadito un concetto espresso già qualche settimana fa in un editoriale sul Giornale di Brescia: sul tema dei migranti bisogna fare sistema. «Gli sbarchi purtroppo ci sono e sono in aumento, a noi serve manodopera, Brescia può diventare un modello».

Un appello condiviso dai più su un tema che purtroppo, rimane molto divisivo sul piano politico. Le diversità nel modo di gestire i migranti sono emerse nella prima puntata della nuova stagione di Messi a fuoco, trasmissione di attualità in onda su Teletutto il venerdì sera, condotta da Andrea Cittadini.

Ospiti in studio i sindaci che nelle ultime settimane si sono ritrovati loro malgrado al centro della cronaca su questo tema: Laura Castelletti, sindaca di Brescia, che si è opposta all’idea della prefettura di creare un Cas (centro di accoglienza straordinaria) alla caserma Randaccio; Pietro Alberti, sindaco di Flero, che un Cas se l’è invece ritrovato nel suo comune a sua insaputa e Matteo Ferrari, primo cittadino di Azzano Mella, che si è visto raddoppiare i migranti ospiti sul territorio che amministra.

In studio anche Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, che ha colto e rilanciato l’appello del direttore Vallini, chiedendo «sagravi fiscali per quelle imprese che assumono queste persone». In collegamento Skype due parlamentari, Giangiacomo Calovini di FdI e Gianni Girelli del Pd, convinti della necessità di "fare sistema" appunto, ma su posizioni lontane rispetto alle possibili soluzioni da adottare sul tema migranti. Alla concordia sulle intenzioni, si oppone quindi la torre di Babele, i diversi linguaggi della politica, che rende difficile trovare una soluzione condivisa.

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