Lavoro ai rifugiati: Ance e Coldiretti aderiscono al progetto Brescia

«Noi ci siamo». L’Associazione dei costruttori edili e la Coldiretti sposano la proposta lanciata dalla Prefetta Maria Rosaria Laganà e da Confindustria: costruire insieme un progetto innovativo, che da una parte offra lavoro ai profughi ospitati nei centri di accoglienza bresciani e dall’altra possa lenire la sete di manodopera delle imprese. Un modello pilota per qualche decina di immigrati da impiegare, dopo la necessaria formazione, nell’industria, nell’edilizia e in agricoltura. Un progetto replicabile, ampliabile, capace di trasformare un problema in risorsa, a beneficio dei richiedenti asilo, del tessuto sociale e dell’economia. Il primo passo è stato compiuto nei giorni scorsi.
D’intesa con la Confindustria, la Prefetta ha fatto distribuire ai mille e settecento ospiti dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) un questionario per verificare le singole competenze e la disponibilità ad iniziare un percorso lavorativo. La raccolta funziona e in prefettura giungono le prime risposte. Il progetto ha bisogno di essere sostenuto dall’intero sistema Brescia, dalle associazioni di categoria alle istituzioni, dalla politica al Terzo settore, ai sindacati, alle università. Soggetti da mettere intorno a un tavolo.
Adesioni
Intanto arrivano le adesioni convinte della Coldiretti e dell’Ance. Quest’ultima, anzi, da alcuni mesi sta già attuando in proprio una simile sperimentazione. L’Ance di Brescia è stata tra le prime associazioni dei costruttori a mettere in pratica l’accordo nazionale stipulato nel maggio 2022 fra le parti sociali del settore edile e i ministeri del Lavoro e dell’Interno per l’inserimento lavorativo di richiedenti e titolari di protezione internazionale e di stranieri vulnerabili.
A Brescia, spiega il presidente Massimo Angelo Deldossi, si è cominciato alla fine del 2022, costituendo una rete fra l’Eseb (l’ente di formazione partecipato da Ance e sindacati), il circuito dei Cas e dei Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) e la prefettura. «Ad oggi - dice Deldossi - sono stati coinvolti 130 migranti in quattro corsi». Questi ultimi prevedono prima alfabetizzazione di italiano, sicurezza sul lavoro, formazione tecnica e professionale, tirocinio in azienda, ricerca di occupazione stabile. Una cinquantina di persone hanno così trovato lavoro.
I problemi
Ci sono però dei problemi da risolvere. «Bisogna aumentare l’efficienza del progetto, affrontando certe questione burocratiche legate alle norme nazionali», dice Deldossi. Ad esempio, la sera lo straniero deve rientrare al Cas, e questo pregiudica l’assunzione nei cantieri fuori Brescia o che comunque non sono compatibili con un rientro serale. Bene l’idea dei questionari, «perché permette di conoscere subito competenze e volontà del migrante. Le imprese, per investire sul personale, devono avere la certezza che questo poi resti». L’Ance, in ogni caso, «è pronta a fare la sua parte, collegandosi con le altre realtà».
Sgravi
Come la Coldiretti. «Condivido l’idea lanciata dalla Prefetta Laganà», conferma il presidente nazionale Ettore Prandini. «Manca manodopera, rischiamo che le imprese vadano in crisi per questo». Rilancia una sua proposta avanzata già ai politici durante l’ultima campagna elettorale: «Il Governo tramuti le risorse oggi usate per l’accoglienza dei profughi in sgravi fiscali per le imprese di tutte le filiere che inseriscono queste persone nel contesto lavorativo. Le imprese - continua - si incaricano della loro formazione per poi assumerle». Senza contare che il settore agricolo «avrebbe spesso anche la possibilità di garantire una abitazione a questi stranieri».
Confindustria ha subito aderito alla proposta della Prefetta Laganà. «Deve esserci responsabilità sociale da parte di tutti, per quanto ci riguarda facendo ciò che sappiamo fare, vale a dire dare lavoro alle persone», argomenta il vicepresidente Roberto Zini. Il questionario serve a «capire le attitudini e le professionalità disponibili. Da lì si partirà per il percorso di formazione. Con Isfor stiamo studiando come organizzare corsi per la lingua, la sicurezza, l’educazione civica». Alle istituzioni «non chiediamo denaro, ma regole chiare e snelle e tempi veloci per poter fare assunzioni nella massima legalità».
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
