Metà dei Comuni bresciani ha un’aria pessima: la peggiore in pianura

Manerbio è il paese con più giornate (83) oltre i limiti di legge, a seguire Castenedolo (82) e Offlaga (81)
L'inquinamento dell'aria a Brescia e provincia desta preoccupazione - © www.giornaledibrescia.it
L'inquinamento dell'aria a Brescia e provincia desta preoccupazione - © www.giornaledibrescia.it
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Un centinaio di comuni bresciani, nel 2022, ha superato i 35 giorni oltre il valore massimo previsto di concentrazione di polveri sottili, in particolare il Pm10. Sono tanti ed evidentemente il problema dell’aria inquinata non gira solo intorno al Colle Cidneo. Quasi la metà dei Comuni bresciani non rispetta la normativa sul numero di sforamenti della soglia fatidica dei 50 µg/m³ di Pm10. Poi, possiamo dire che la normativa è troppo stringente, ma tant’è. O meglio tanto risulta dall’analisi dei dati dell’Arpa Lombardia, relativi ai valori medi giornalieri, per tutti i 365 giorni dell’anno e, ovviamente, per tutti i 205 Comuni. Arpa Lombardia tiene monitorato quotidianamente questo inquinante con le centraline e, in assenza di rilevazioni attraverso le centraline, grazie ad un modello matematico che esprime la media giornaliera delle polveri sottili in tutti i Comuni.

La divisione

Da questa indagine emerge come il territorio provinciale è diviso nettamente in due parti. Con una linea di demarcazione assai netta che, tracciata sulla mappa della provincia, separa i due campi, quello in cui gli sforamenti del limite giornaliero di 50 µg/m³ di Pm10 sono inesistenti, ovvero pari a 0 o, al più, si riducono a qualche giornata nei Comuni sulla linea di demarcazione e quello in cui tutti i comuni sono oltre la soglia permessa dalla normativa, ovvero oltre i 35 giorni con valore medio superiore ai 50 µg/m³ di Pm10.

Tutto bene, senza alcun sforamento della soglia, sopra la linea che attraversa il territorio provinciale da Sulzano a Toscolano Maderno, passando per Sarezzo, in Val Trompia, e Vallio in Val Sabbia. In questo contesto di montagna interna si collocano tutti gli 85 Comuni che, nel 2022, non registrano alcun sforamento della soglia limite. Qualche giornata di alte polveri sottili si registra nei centri che si collocano a ridosso di questa linea di demarcazione come nel caso di, Iseo (17), Concesio (9), Nave (8), Botticino (19), Gavardo (15) e Salò (25).

Tutti i Comuni sotto questa linea, parte della Franciacorta, le Valtenesi e, ovviamente, l’intera pianura bresciana contano oltre i 35 giorni di elevate polveri sottili. Nella parte superiore di questo ampio e differenziato contesto territoriale, per capirci lungo la linea della Autostrada A4, il numero delle giornate di aria cattiva, risulta elevato, con la città che tocca quota 57 e valori comunque importanti, come nel caso di Chiari (55), Desenzano del Garda (48).

Gli sforamenti

Il numero degli sforamenti, tuttavia, tende ad aumentare scendendo verso la pianura, con valori due volte oltre la soglia delle 35 giornate anche nei Comuni dell’Hinterland a sud e a est di Brescia. In particolare tutti i 34 Comuni che contano oltre 70 giornate di sforamento della soglia massima, tra loro contigui, si trovano concentrati in un quadrilatero che, da Orzinuovi e Pontevico (73), arriva compatto a Montichiari e Rezzato (70). E in questa nuvola che abbraccia tutta la pianura, nel 2022, si registrano tante, troppe, giornate di aria cattiva. Con picchi impressionanti, oltre le 80 giornate di sforamento, a Manerbio (83), Castenedolo (82) Offlaga (81) e con valori preoccupanti a Cigole (79), Verolanuova e Montirone (78), Bassano Bresciano, Leno, San Gervasio Bresciano e Dello (77), Borgosatollo (76) e Bagnolo Mella e Longena (75 sforamenti).

È la Pianura padana ed è un problema. Il principale imputato sono le attività agricole, che immettendo in atmosfera l’ammoniaca, in grado di produrre, assieme a ossidi di azoto e solfati, Pm secondario, che costituisce fino al 70% del Pm10. L’ultimo report dell’Agenzia europea dell’ambiente lo esplicita: l’inquinamento atmosferico danneggia particolarmente bambini e adolescenti perché i loro organismi sono ancora in via di sviluppo ed aumenta la presenza di malattie croniche, sia nell’infanzia che più avanti nella vita. Ciò indica come gli interventi da intraprendere per una riduzione del particolato devono riguardare tutte le attività che ne concorrono alla produzione agendo in maniera incisiva su tutte le emissioni.

Se vogliamo ambire a una dignitosa qualità dell’aria, occorre che venga avviata una nuova stagione di politiche ambientali. La normativa europea sulla qualità dell’aria è attualmente in fase di revisione e i limiti potrebbero diventare ancor più stringenti. Va detto che qualcosa (certo non abbastanza) è stato fatto, analizzando i dati (sui quali torneremo in modo approfondito) nell’ultimo decennio la qualità dell’aria nel Bresciano è migliorata. Le rilevazioni delle scorso anno dimostrano però che c’è ancora molta strada da fare.

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