Ambiente

Inquinamento atmosferico, Legambiente: «Inerzia della Regione»

L'associazione ambientalista contesta i dati usati dalle istituzioni lombarde per parlare delle emissioni portando il caso dell'ozono
All'inquinamento atmosferico contribuiscono gli scarichi delle auto
All'inquinamento atmosferico contribuiscono gli scarichi delle auto
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Legambiente Lombardia non ci sta con una narrazione sull'inquinamento atmosferico basata su dati che definisce «taroccati» e prende posizione contro la Regione accusandola di «inerzia».

Con un comunicato diffuso ieri mattina l’associazione ambientalista contesta le parole dell’assessore all’Ambiente Giorgio Maione che rispetto alla proposta di direttiva Ue sulla qualità dell’aria – per cui nei giorni scorsi il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana è volato a Bruxelles portando il manifesto lombardo – ha detto in Consiglio regionale che «in Lombardia le emissioni pro capite medie sono un terzo di quelle europee per le polveri sottili». Per Legambiente si tratta di una falsità: «Non è vero che la Lombardia emette meno inquinanti della media Ue – aveva già spiegato in un altro dossier diffuso a inizio mese –, Regione Lombardia usa un doppio stratagemma matematico per sostenere le proprie tesi: ha utilizzato come parametro le emissioni di PM, sorvolando sul fatto che oltre i due terzi dell’inquinamento da polveri NON derivano dalle emissioni dirette, bensì dalle emissioni dei loro precursori gassosi, soprattutto gli ossidi di azoto e l’ammoniaca».

In particolare Legambiente osserva, citando come fonte i dati dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa), come le concentrazioni di ossidi di azoto e di ammoniaca superino di molto le medie europee. Per ogni chilometro quadrato in Lombardia, si legge nel testo, le emissioni di ossidi di azoto sono pari a 4,2 tonnellate contro una media europea di 1,4 tonnellate, imputabili alla combustione a diesel. Per quanto riguarda l’ammoniaca, Legambiente dice che la Lombardia emette 3,8 tonnellate di ammoniaca dovuta all'agricoltura e agli allevamenti intensivi per chilometro quadrato contro una media Ue di 0,8t, poco meno del quintuplo.

A fronte delle parole di Maione, l’associazione ieri ha risposto citando i dati sulle concentrazioni di ozono degli ultimi giorni, evidenziandone la grave concentrazione soprattutto tra la Brianza e l’alta Pianura Bergamasca, dove l’Arpa ha rilevato picchi eccedenti i 200 microgrammi al metro cubo a fronte di un limite di legge di 120 microgrammi per metro cubo. A fronte di questi valori i cittadini, sottolinea Legambiente, dovrebbero essere informati per legge sui comportamenti da adottare per limitare le conseguenze sulla salute umana di questo gas, che diventa irritante per le mucose respiratorie ed è in grado di provocare danni alle cellule viventi. È un tipo di inquinamento, spiega Legambiente, che si sviluppa per effetto della luce solare sulle molecole di ossido d’azoto, tipico inquinante da traffico, emesso in particolare dagli scarichi dei motori diesel. Per questa ragione andrebbe evitato per esempio di fare sport nelle massime ore di picco solare, cioè nel pomeriggio. 

«La strada per veder riconosciuto il diritto alla salute e all’aria pulita in Lombardia è ancora molto lunga. Dobbiamo accelerare verso i nuovi parametri Ue, non remare pretestuosamente contro come fa Regione - denuncia Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Sicuramente pesano le difficili condizioni orografiche della Pianura Padana, ma molto di più l’inerzia delle istituzioni regionali rispetto all’urgenza di affrontare le cause della mal’aria. Da decenni conosciamo le responsabilità dei motori diesel nel generare gas tossici, precursori delle polveri sottili e dell’ozono. Eppure una vera politica di uscita dall’era del diesel non è ancora in campo, e anzi la Lombardia resta tra le regioni europee con i più alti numeri di autoveicoli circolanti sulla sua densissima rete stradale».

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