Una patina grigia: ecco il Pm10 raccolto nelle centraline Arpa

Come si misura la qualità dell'aria? Dove sono le centraline? Siamo andati a vedere cosa finisce nei nostri polmoni
Ecco come è il Pm10
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Una patina grigia e compatta al centro di un dischetto bianco: ecco il Pm10 raccolto dalle centraline Arpa, gli avamposti che ogni giorno filtrano l’aria e analizzano le concentrazioni degli inquinanti. Al Villaggio Sereno, periferia della città, c’è una delle nove stazioni bresciane che monitorano meteo e qualità dell’aria. Aria che, risucchiata da due comignoli, percorre due distinti tubi, attraversa una serie di curve che blocca le particelle più pesanti fino ad arrivare a due filtri, uno per il Pm10 e l’altro per il Pm2,5.

Le misurazioni

«Attorno a mezzanotte il sistema inserisce un dischetto bianco nel tubo attraverso cui passa l’aria - spiega Guido Lanzani, responsabile Arpa della qualità dell’aria -. Dopo 24 ore ciò che si è depositato sul filtro viene letto grazie a una radiazione beta: in base a quanto le particelle riescono a passare attraverso la patina grigia possiamo stabilire il livello di quel tipo specifico di polvere nell’aria». Al Villaggio Sereno, oltre al Pm10 e al Pm2,5, si misurano anche le concentrazioni di anidride solforosa, inquinante storico soprattutto negli anni Cinquanta, degli ossidi di azoto, e dell’ozono, quest’ultimo misurato grazie all’utilizzo di radiazioni ultraviolette che reagiscono quando incontrano questo gas.

La mappa

Non tutte le centraline, però, nascono per misurare i valori medi che si respirano in un determinato territorio. «Ciascun punto di analisi prende in esame una zona - spiega ancora Lanzani - e ha l’ambizione di essere rappresentativo di un’area più grande». La stazione del Sereno, dunque, ci dice qual è la situazione nella zona sud della città. Se però è vero che la valle Padana è oramai un’unica grande cappa di aria malata, lo è altrettanto che al suo interno ci sono diversi picchi, dovuti a fattori come il traffico, le emissioni industriali, i reflui agricoli e il riscaldamento, caldaia o camino che sia.

E così Arpa ha sul territorio anche centraline di tipo industriale, come quella di Rezzato, o centraline che si immagina possano rilevare gli inquinanti da traffico, tipicamente il biossido di azoto,come quella posizionata in via Turati a Brescia. La stazione di Rezzato, nel dettaglio, rileva le ricadute delle fonti industriali, collegate non solo alle aziende, ma anche tutte le attività di cava di quella parte di provincia. Il risultato - spiegano i tecnici Arpa - non è rappresentativo solo di quella zona, ma è comune a tutte le aree su cui insistono quartieri industriali simili a quello che circonda la centralina di Rezzato. «Nell’insieme, poi, questi punti di misura ci danno la possibilità di ricostruire lo spettro dei valore presenti, da quelli medi a quelli massimi» conclude Lanzani.

Le centraline bresciane, come detto, sono nove. Nei paesi della provincia in cui non ci sono stazioni i valori degli inquinanti sono il risultato di una stima modellistica, cioè dell’elaborazione dei dati raccolti dalle centraline, del meteo e delle condizioni atmosferiche.

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