Luce e gas, salasso da 3mila euro a famiglia: si annuncia un «autunno caldo»
A fine anno il caro energia rischia di pesare sulle tasche delle famiglie bresciane poco meno di 3mila euro. L’impennata dei prezzi non vede ancora la discesa. Anzi, il prossimo si annuncia come un «autunno caldissimo», con quotazioni di gas ed energia elettrica ancora alle stelle e bollette salatissime.
Le previsioni dicono che solo nel 2023 i prezzi potrebbero iniziare a scendere. «È sempre più difficile fare previsioni - ammette il bresciano Stefano Saglia, consigliere di Arera, l’Autorità nazionale di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente -. Ma è ragionevole pensare che fino a fine anno i prezzi non scenderanno».
E il livello attuale è «difficile da sopportare, sia per le aziende che per le famiglie». Ad ottobre poi molte utenze che finora non hanno subìto i rincari - avendo sottoscritto contratti a prezzo bloccato prima dell’impennata - si troveranno senza più questo «scudo» e dovranno iniziare anche loro a fare i conti con bollette pesanti.
Numeri
Nell’ultimo trimestre 2021 e nei primi tre mesi del 2022 i prezzi di luce e gas sono schizzati: maggior richiesta di gas da parte della Cina, la guerra in Ucraina.
Le misure del Governo, prorogate di volta in volta, hanno sterilizzato o per lo meno contenuto i rincari. Nei mesi estivi (luglio-settembre) a fronte di una variazione reale del 45% della bolletta gas e del 15% di quella elettrica si è avuto solo uno 0,4% per la luce, nessuna variazione per il metano. Resta che negli ultimi 12 mesi le bollette sono di fatto raddoppiate. Secondo i calcoli Arera la spesa per la famiglia-tipo (consumo annuo: 2.700 kWh di energia elettrica e 1.400 metri cubi di gas) tra il 1° ottobre 2021 e il 30 settembre 2022 sarà di 1.071 euro per l’elettricità (+91%) e di 1.696 euro per il gas (+70,7%). Ora però i timori sono sugli ultimi tre mesi dell’anno. Che accadrà con la riaccensione del riscaldamento?
Prospettive
Le incognite sono molte. «L’unico dato sul quale si possono fare valutazioni è quello delle quotazioni dei prezzi all’ingrosso» spiega Saglia. E purtroppo «ci sono campanelli d’allarme». Uno è quel che sta avvenendo in Francia, alle prese con maxi-investimenti (50 miliardi) per ammodernare le centrali nucleari. Un’operazione che potrebbe portare il valore dell’energia francese a 800 euro a Mwh. «L’Italia importa energia dalla Francia - spiega Saglia - ma a prezzi così elevati converrebbe esportare dall’Italia alla Francia». Un esempio «dell’incertezza che ci attende nei prossimi mesi».
Quel che è certo è che il Pun, il prezzo unico nazionale dell’energia, che nei primi sei mesi dell’anno si è attestato a 249 euro a MWh (67 euro nel 2021) resterà sopra la soglia dei 200 euro. «Un grosso problema per le industrie energivore, ma anche le piccole e medie imprese e le famiglie» ammette Saglia. Il Governo sta lavorando ad un nuovo decreto aiuti per prorogare ancora una volta l’azzeramento degli oneri di sistema, alleggerendo le bollette di famiglie e imprese. «Ma certo con le elezioni di settembre resta l’ incertezza su quel che farà il prossimo Governo, qualunque esso sia, in un momento delicatissimo» spiega Saglia.
Quanto alle scorte di gas, Saglia rassicura. «La campagna di riempimento sta procedendo bene. Arriveremo all’obiettivo del 90% entro settembre. Resta un problema di filiera. Si sono riempiti gli stock con un gas costoso: molti operatori che non lo importanto ma lo comprano per rivenderlo potrebbero essere in difficoltà».
Calcolo
Arera, per parte sua, ha modificato il metodo di calcolo del prezzo del gas. Dal 1° ottobre, con il prossimo aggiornamento tariffario, cambierà per le famiglie che sono ancora nel regime di tutela, circa un cliente domestico su tre (7,3 milioni su 20,4 milioni, il 35,6%). «Come Arera - spiega Saglia - non utilizzeremo più come riferimento le quotazioni a termine del mercato all’ingrosso, ma la media dei prezzi effettivi del Punto di scambio virtuale italiano, aumentando al contempo la frequenza di aggiornamento del prezzo che diventa mensile, non più trimestrale».
Un meccanismo più «dinamico» che consentirà di intercettare meglio anche piccoli scostamenti o le iniziative nazionali ed europee. Resta però che l’attuale scenario, oltre ad accelerare sulle rinnovabili, non può non spingere verso il risparmio energetico. «È un tema che ci dobbiamo porre, tutti noi, a prescindere dai volumi: dalle grandi imprese alle piccole famiglie. Non possiamo più permetterci di usare gli elettrodomestici e il riscaldamento senza tener conto delle conseguenze, anche economiche, delle nostre azioni».
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