Loggia, dopo il rimpasto in giunta Castelletti studia già da sindaca

Tutto confermato. Il rimpastino di giunta si è svolto secondo copione. Fabio Capra ha assunto le deleghe all’Ambiente, in sostituzione di Miriam Cominelli, passata in Consiglio regionale al posto di Gianni Girelli, a sua volta eletto a Montecitorio. Una reazione a catena che ha portato in giunta, a Palazzo Loggia, Diletta Scaglia: a lei lunedì il sindaco Emilio Del Bono ha assegnato la delega al bilancio, lasciata libera da Capra, che ha invece mantenuto quella all’istruzione. Una mossa «nel segno della continuità» spiega il sindaco.
Il rimpasto
A pochi mesi dal voto era impossibile fare diversamente, visto che l’obiettivo è «ultimare i progetti avviati» e «portare a casa i risultati». «Diletta Scaglia - spiega Del Bono - eredita un bilancio solido. I nostri conti sono in ordine, siamo riusciti a far fronte prima al Covid e ora al caro-energia senza alzare le tariffe di mense, Rsa, trasporto pubblico, impianti sportivi, "raffreddando" così la corsa del costo della vita. Al tempo stesso abbiamo rilanciato gli investimenti. Ringrazio Fabio Capra per il suo lavoro. Ora gli affido le deleghe ambientali: nei prossimi mesi contiamo di completare "l’abbraccio verde" della città». Capra rivendica i risultati raggiunti sui conti: «Dal 2018 abbiamo investito oltre 200 milioni, a cui si aggiungono i 24 della variazione che andrà in Consiglio il 28 novembre e i 360 del nuovo tram». Ora la nuova sfida: «Quello dell’ambiente è un impegno gravoso. Mi metterò subito al lavoro. Contatterò anche il commissario Caffaro per avere un aggiornamento: l’augurio è poter vedere l’avvio della bonifica nei primi mesi del 2023». Diletta Scaglia, invece, spiega: «Ringrazio il sindaco per la fiducia, passo dal bilancio della Provincia a quello del Comune. Il preventivo 2023 è già pronto, vedremo però che novità introdurrà il Governo nella Manovra. In Anci c’è un po’ di preoccupazione...».

Loggia e Pirellone
L’avvicendamento in giunta è di fatto l’antipasto dei cambiamenti che aspettano la Loggia nei prossimi mesi. Ufficialità a parte, è certo che Emilio Del Bono si candiderà (come consigliere) in Regione Lombardia. L’accorpamento tra regionali e amministrative pare ormai tramontato. In Regione si voterà con ogni probabilità il 12 febbraio, ma c’è anche l’ipotesi 5 marzo, mentre per la Loggia si andrà a fine maggio-inizio giugno. Una volta eletto al Pirellone, Del Bono non potrà continuare a fare il sindaco. Se si dimettesse, il Comune di Brescia verrebbe commissariato. Cosa che si vuole evitare. Del Bono deciderà quindi di temporeggiare. Sarà la Regione a notificargli, entro 60 giorni dall’elezione al Pirellone, l’incompatibilità tra i due ruoli, consigliere regionale e sindaco. Poi lui avrà dieci giorni di tempo per decidere cosa lasciare. Difficile che la Regione si prenda due mesi prima della notifica. Fatti due conti, è quindi probabile che Del Bono lascerà la guida della Loggia tra fine marzo e Pasqua, avendo quindi il tempo per lanciare l’anno della Capitale della Cultura e impostare due-tre operazioni, il bilancio 2023 e il progetto definitivo del nuovo tram.
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Il tavolo
A quel punto alla guida della Loggia gli subentrerà la sua vice, Laura Castelletti, che traghetterà il Comune di Brescia fino al voto. Per Castelletti si potrebbe quindi trattare di un'anteprima di quello che potrebbe aspettarla nei prossimi 5 anni. La vicesindaca resta infatti in corsa come potenziale candidata del centrosinistra. Il suo nome è emerso in maniera nel tavolo della scorsa settimana, il primo, quello servito per definire il perimetro della coalizione. Coalizione che di fatto ricalcherà quella che oggi governa la Loggia, da Sinistra Italiana a Italia Viva, con l’unica esclusione dei Verdi, che correranno da soli. In quell’occasione il Pd ha dato conto del percorso che ha portato i dem ad indicare come possibili candidati gli assessori Federico Manzoni e Valter Muchetti.
Appoggi
Manzoni ha raccolto l’appoggio di Italia Viva, Muchetti quello della lista Civica di Cantoni. Gli altri alleati, Sinistra Italia, Articolo Uno, Azione e le altre forze civiche, hanno espresso una preferenza per Castelletti. Lei finora si è sempre trincerata dietro l’impegno per la Capitale della Cultura. Ma domani sera, quando è in programma una nuova riunione del tavolo, il centrosinistra potrebbe trovare la quadra attorno al nome di Castelletti, cosa che potrebbe convincere il Pd a rinunciare al proprio candidato. Bisognerà però «pesare» i voti: Italia Viva domani sera non sarà al tavolo. La sua posizione è stata chiarita la scorsa settimana con un comunicato. Se il candidato non dovesse essere Manzoni, il partito di Renzi potrebbe sfilarsi. Senza contare che il nome Castelletti riproporrà il derby in casa dem su chi debba essere il vicesindaco e su quale sia il ticket migliore per sfidare Fabio Rolfi. Si vedrà.
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