La Ciclovia della Cultura aprirà (forse) a fine 2023: lavori da agosto

Il tracciato unirà Brescia e Bergamo per la Capitale italiana della Cultura. Entro giugno il progetto, poi il bando a inizio luglio
Il ponte tra Sarnico e Paratico è il punto di incontro tra le due province della Ciclovia della Cultura - Foto New Reporter Checchi Favretto © www.giornaledibrescia.it
Il ponte tra Sarnico e Paratico è il punto di incontro tra le due province della Ciclovia della Cultura - Foto New Reporter Checchi Favretto © www.giornaledibrescia.it
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La Ciclovia della Cultura, il percorso ciclabile di 75 chilometri che unirà Bergamo e Brescia, sarà inaugurata a fine 2023. Nella migliore delle ipotesi il taglio del nastro avverrà tra fine novembre e inizio dicembre ma non è escluso che possa ulteriormente slittare. Dipenderà dall’esito del bando e da come procederanno i lavori nei prossimi mesi.

Nei piani degli enti capofila, cioè i due Comuni insieme alle Province, la verifica del progetto dovrebbe terminare a fine giugno così da bandire la gara d’appalto entro la prima settimana di luglio. I lavori potrebbero a quel punto partire tra agosto e settembre: si prevede che durino circa tre mesi, ben oltre comunque i termini di cui si era parlato all’inizio per avere la ciclovia fruibile (aprile prima, giugno poi).

I tempi però sembrano non preoccupare eccessivamente i promotori del tracciato: «Insieme alla Via delle Sorelle questa è l’unica opera a cavallo tra le due province concepita per rimanere oltre l’anno della Capitale italiana della Cultura, quindi è qualcosa che resterà comunque ai bresciani, ai bergamaschi e a chi verrà a visitare i nostri territori» dice Pierpaola Archini, dirigente del settore Strade e Trasporti della Provincia di Brescia. Anche perché la Ciclovia della Cultura percorrerà quasi interamente la ciclabile già esistente Brescia-Paratico tranne che per qualche tratto, quindi si tratterà più che altro di sistemare e adeguare il tracciato con la cartellonistica. Più complessa invece la definizione del percorso sul lato bergamasco, dove una parte della ciclovia deve essere realizzata da zero, mentre un’altra porzione sfrutterà la ciclabile Bergamo-Sarnico (comunque da sistemare).

Cos’è

La Ciclovia della Cultura è uno dei progetti di Capitale italiana della Cultura 2023. A fine 2020 i Comuni e le Province di Brescia e Bergamo hanno siglato un protocollo d’intesa per l’avvio del progetto, che ha preso forma nei mesi scorsi. Si tratta di un percorso ciclabile di 75 chilometri attraverso 27 comuni (12 quelli bresciani, città compresa), concepito come un corridoio tra colline, castelli, parchi, chiese e vigneti fino a unire due siti Unesco, il complesso di Santa Giulia e le mura venete della Città Alta. Il percorso si amplia in una serie di anelli che permettono di deviare verso località di interesse paesaggistico e culturale, per un totale di 70 chilometri in più.

Il tracciato in sintesi

Il tracciato bresciano
Il tracciato bresciano

Il tracciato parte da Santa Giulia e Capitolium, sfrutta la ciclabile che attraversa il Mella e sale verso la Franciacorta, passando per Cellatica e Gussago, con possibilità di allungarsi fino alla Santissima, l’abbazia di Rodengo, i castelli di Passirano e Bornato, passa a sud delle Torbiere, raggiunge Clusane e da lì segue il lungolago fino a Paratico.

La novità rispetto ai piani originali è che la Ciclovia non passerà all’interno della Riserva - è vietato dal regolamento - ma «ne lambirà il confine - assicura Archini - consentendo a tutti di goderne la bellezza: basta scendere dalla bici e si potrà visitare comodamente la riserva per poi riprendere a pedalare». Per realizzare il passaggio a sud della Riserva i comuni della Franciacorta hanno dovuto procedere a cinque espropri di terreni privati a sud delle Torbiere. «C’è stata grande collaborazione degli enti locali, che si sono mostrati sempre disponibili per la buona riuscita del progetto» commenta la dirigente della Provincia.

Il punto d’incontro con Bergamo è classicamente il ponte tra Sarnico e Paratico: da lì la Ciclovia vira verso ovest, attraversando il parco dell’Oglio nord, i castelli della Val Calepio, Chiuduno, Gorlago, Brusaporto, l’aeroporto di Orio e infine Bergamo. Il percorso toccherà in più punti le stazioni della ferrovia Brescia-Bergamo, si allargherà a itinerari locali, intercetterà altre grandi ciclovie, come quella dell’Oglio, della Val Seriana, dei Castelli Bergamaschi, dell’Oglio e del Mella.

Nel complesso il tragitto della Ciclovia della Cultura è simile a quello della Via delle Sorelle ma i due percorsi scelgono tendenzialmente strade diverse. L’obiettivo è comunque realizzare un tracciato protetto percorribile da adulti, bambini, persone fragili, tra campagna e tratti urbani al riparo dal traffico.

La parte bergamasca

Bergamo, città alta - © www.giornaledibrescia.it
Bergamo, città alta - © www.giornaledibrescia.it

Più nel dettaglio il tratto bergamasco offre il suo primo anello alternativo attorno alle mura venete della Città Alta e prosegue in direzione di Orio al Serio snodandosi attorno all’aeroporto per poi attraversare il parco del Serio. A Seriate si ricongiunge con il tracciato principale che conduce a Brusaporto, Costa di Mezzate e Montello attraverso i vigneti e i castelli bergamaschi come quello dei Rivola, San Marco e Camozzi Vertova. Da qui si entra nella zona pedemontana di Carrobbio degli Angeli e la ciclovia prosegue in direzione Chiuduno salutando Villa Suardo e il Castello dei Suardi.

A Grumello del Monte, tappa successiva, si apre un altro anello che comprende tutta l’area nord anche di Tagliuno e Castelli Calepio, mentre il percorso principale entra nel parco dell’Oglio Nord sul lato opposto a quello in cui passa la ciclovia dell’Oglio. Si arriva quindi al lago d'Iseo: la ciclovia della Cultura segue il corso del fiume Oglio e arriva così a Sarnico.

La parte bresciana

Oltre il ponte tra Sarnico e Paratico il percorso bresciano segue un lungo tratto lungo il lago d’Iseo fino a Clusane, dove si addentra verso i vigneti (zona Itinerari della Franciacorta) e prosegue verso le Torbiere. Qui il progetto originario ha subito una modifica perché non è permesso pedalare all’interno della riserva: proseguirà quindi a sud delle Torbiere allacciandosi all’anello che porta a Timoline e permettendo comunque di godere della vista sui canneti.

Il lago d'Iseo visto da Paratico - Foto mrznaso per il progetto Zoom © www.giornaledibrescia.it
Il lago d'Iseo visto da Paratico - Foto mrznaso per il progetto Zoom © www.giornaledibrescia.it

Si raggiunge così Provaglio d’Iseo attraversando i vigneti franciacortini, con possibilità di allargare il giro prendendo l’anello che porta a Borgonato e si ricongiunge poi al tracciato principale all’altezza della cascina Breda tra Provaglio e Passirano. Un altro anello permette di passare da Bornato e Paderno, mentre la ciclovia taglia i vigneti con uno scorcio su Castello Olofredi e raggiunge l’Abbazia dei Frati olivetani di Rodengo Saiano, con il parco delle Colline sullo sfondo e facilmente raggiungibile. Da Gussago si può deviare per rendere omaggio alla Santissima prima di indirizzarsi verso borgo Sale e la chiesa di Santo Stefano e poi visitare Cellatica e la piana del Boschino.

Il Capitolium visto da piazza del Foro - © www.giornaledibrescia.it
Il Capitolium visto da piazza del Foro - © www.giornaledibrescia.it

Si arriva a Brescia passando dal parco delle Colline e tagliando il Mella: l’ingresso nel centro storico avviene da piazza Garibaldi e attraverso corso Mameli e poi piazza Paolo VI scende fino all’area archeologica e museale di via Musei, che da inizio giugno è unita anche dal Corridoio Unesco.

L'itinerario culturale

Non sarà come erata stata immaginata all’inizio, una strada incubatrice di una produzione culturale innovativa, tra installazioni e street art. Ma la proposta culturale sarà comunque valida, valorizzerà le opere esistenti e la storia dei luoghi, e soprattutto si coniugherà a un’idea di percorso rispettoso delle peculiarità dei territori e accessibile a chiunque. «Abbiamo dovuto ridimensionare le nostre aspettative perché i tempi si sono allungati e perché abbiamo dovuto dirottare le risorse stanziate dal ministero del Turismo sulle infrastrutture (3 milioni di euro, ndr) - ammette Christian Novak, architetto del Consorzio Poliedra del Politecnico di Milano e responsabile scientifico del progetto della Ciclovia della Cultura -. Tuttavia sarà un itinerario ricco, vario e personalizzabile». 

Nell’ultima versione in via di approvazione definitiva (allo studio ora dell’architetto Remo Capitanio in Provincia), la Ciclovia permetterà agli utenti di decidere il proprio tragitto sfruttando gli anelli aggiuntivi al tracciato principale che passano attraverso 34 borghi. La storia di ogni luogo sarà raccontata da cartelloni appositi, fruibili anche grazie a un percorso non impegnativo dal punto di vista della performance fisica (con l’eccezione della zona pedemontana nella Bergamasca, «comunque opportunamente segnalata» specifica Novak). «In più dall’autunno partirà un cantiere parallelo per eliminare sul tracciato principale le barriere architettoniche, così da rendere la Ciclovia davvero accessibile a chiunque» informa l’archietto.

Costi e lavori

Per la Ciclovia della Cultura Regione Lombardia ha stanziato sei milioni di euro, ripartiti tra la provincia di Bergamo e quella di Brescia. Le risorse saranno utilizzate in una prima fase per introdurre strade a priorità ciclabile e segnaletica riconoscibile, e in una seconda fase per realizzare ponti, riqualificare tratti del percorso, introdurre servizi per la ciclabilità come le colonnine per la ricarica delle biciclette elettriche e attrezzare i punti paesaggistici. Gli interventi sono stati studiati dal Consorzio Poliedra del Politecnico di Milano insieme agli enti capofila.

Nei piani c’è infine anche l’idea di costellare il tracciato con installazioni artistiche, ma bisognerà vedere cosa resta del budget dopo i lavori strutturali. 

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