Ciclovia Brescia-Bergamo: 75 km tra arte, parchi e castelli
Un corridoio ciclabile tra colline, castelli, parchi, chiese e vigneti per unire due siti Unesco, Santa Giulia e le mura venete della città alta. Un itinerario culturale, un percorso trapuntato da opere d’arte e bellezze architettoniche. Il progetto «Brescia e Bergamo Capitali della Cultura» parte dalla ciclovia che unirà le due città. «Una sfida dalla valenza simbolica» spiega il sindaco Emilio Del Bono. «Una delle prime cose concrete che Brescia e Bergamo hanno iniziato a fare insieme in vista del 2023» gli fa eco il primo cittadino del capoluogo orobico Giorgio Gori.
Non si partirà da zero, ma si sfrutteranno gli itinerari già esistenti: la ciclabile Brescia Paratico e la Bergamo-Sarnico. Percorsi da raccordare, riqualificare e valorizzare dando alla «Ciclovia della cultura» un’identità forte, chiara, immediata. Il risultato sarà un percorso di 75 chilometri tra le due Capitali, più 11 anelli secondari, che ne valgono altri 70. Si procederà in due fasi: la prima, immediata, perché l’itinerario sia pronto per il 2023; la seconda, di prospettiva, perché la ciclovia cresca con servizi e spazi, diventando un’infrastruttura di riferimento del territorio ben oltre il 2023.A fine 2020 i due Comuni e le due Province hanno siglato un Protocollo d’intesa per elaborare il progetto. Poi, da circa un mese, il Consorzio Poliedra del Politecnico di Milano si è messo al lavoro per studiare il tracciato e ipotizzare gli interventi necessari a far nascere la ciclovia. Ieri sindaci, assessori e tecnici hanno presentato lo studio di fattibilità. Non ancora un progetto vero e proprio, ma la base di partenza per il confronto con Comuni, Comunità montane, distretti turistici, consorzi di tutela, associazioni culturali, sovrintendenze. In una parola: con il territorio.
Di certo, spiegano Cristian Novak e Mariasilvia Agresta, del Politecnico, sarà un «progetto per tutti»: un percorso sicuro, protetto, adatto alle famiglie e ai bambini, ma anche ai cicloturisti. Attraverserà 27 Comuni, capoluoghi compresi, 34 borghi. Lungo il tracciato si incroceranno parchi regionali, riserve naturali e ben 800 beni d’interesse storico-culturale.
Il tracciato parte dalla città, simbolicamente dal sito Unesco, Santa Giulia e Capitolium, sfrutta il nuovo tracciato est-ovest in corso di realizzazione, poi su verso la Franciacorta, passando per Cellatica e Gussago, la Santissa, l’abazia di Rodengo, i castelli di Passirano e Bornato, le Torbiere. In pratica il tracciato della Brescia-Paratico.
Poi dal Sebino si virerà verso ovest, attraversando il parco del’Oglio nord, i castelli della Val Calepio, Chiuduno, Gorlago, Brusaporto, l’aeroporto di Orio e infine Bergamo. Il percorso toccherà in più punti le stazioni della ferrovia Brescia-Bergamo, si allargherà a itinerari locali, intercetterà altre grandi ciclovie, come quella dell’Oglio o della Val Seriana.
La prima fase, quella che dovrà essere pronta per il 2023, punterà più che altro sulla riqualificazione dell’esistente: ciclabili, strade campestri, segnaletica ad hoc, strumenti di promozione e comunicazione, oltre alla messa in sicurezza delle intersezioni. Molto dipenderà dalle risorse a disposizione. Per la versione minimal potrebbe bastare un milione di euro. Per la vera e propria ciclovia cultura serviranno più tempo e più risorse: infrastrutture, ponti, riqualificazione del fondo stradale, servizi, opere d’arte, installazioni. Qui le cifre, ha spiegato Novak, possono arrivare anche a 20-25 milioni. Si vedrà. Ma intanto il 2023 si avvicina. E bisogna pedalare...
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