Caso Wte, ambientalisti all’Ats: «Adesso siamo ascoltati»

Ambiente Futuro Lombardia e Comitato cittadini Calcinato sono stati ricevuti dal direttore Claudio Sileo: «A Brescia la situazione è grave»
AMBIENTE, COMITATI IN ATS
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«In vent’anni di impegno ambientalista non è mai stato così semplice ottenere un appuntamento con il direttore generale dell’Ats, prima Asl. E sentirsi dire in questa sede che Brescia è una provincia profondamente ferita, questo deve far riflettere tutti, cittadini e istituzioni». La posizione dell’Agenzia di tutela della salute nei confronti del mondo ambientalista è cambiata e la quarta conferenza stampa itinerante di Ambiente Futuro Lombardia e Comitato cittadini di Calcinato sul caso Wte che si è svolta in viale Duca degli Abruzzi è servita anche per ringraziare il direttore generale dell’Ats di Brescia Claudio Sileo per l’incontro dello scorso 28 giugno.

Un confronto nel quale è emerso però quanto la situazione ambientale di Brescia sia grave. «La dottoressa Lanfredini - dichiara Imma Lascialfari, presidente di Ambiente Futuro Lombardia - ci ha detto testuali parole:  “Brescia è stra ferita”. Secondo Sileo stiamo pagando gli errori del passato, quando non sono stati valutati gli impatti cumulativi. Né io né i miei colleghi in vent’anni abbiamo mai sentito parole simili in questa sede e questo ci fa ben sperare sulle decisioni che si prenderanno in futuro».

Il nuovo approccio dell’agenzia è quindi considerato molto incoraggiante dai comitati di cittadini che non dimenticano, però, le responsabilità di chi negli anni passati non si è mai opposto alle richieste di proroghe da parte della Wte, avvenute nonostante le tante prescrizioni sollevate durante le conferenze di servizio e senza che mai nessuno - affermano - controllasse l’effettivo rispetto delle regole da parte dell’azienda. «I cittadini - afferma Laura Corsini, portavoce del Comitato cittadini di Calcinato - da anni lamentavano un problema odorigeno che creava stress e gravi problemi sui territori. Ats era tra i primi organi che ci diceva che l’odore non poteva essere troppo forte se l’azienda metteva in atto tutte le procedure in modo corretto. Ma chi controllava? Purtroppo - conclude con amarezza - nessuno».

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