Case del Sole, dall’occupazione a un tetto sicuro per una decina di famiglie

Trattative in corso con la proprietà e gli amministratori e l’Aler per fare in modo che la struttura possa diventare tutta pubblica
  • Case del Sole, dall'occupazione alla convivenza fra famiglie
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Si tratta di una occupazione. Illegale per definizione. La proprietà delle Case del Sole ha dunque tutto il diritto, se lo ritiene, di chiedere nei tempi e nei modi previsti dalla normativa di tornare in possesso dello stabile. Ma è anche un esempio di «assegnazione dal basso» come l’ha battezzato l’associazione Diritti per tutti che ha guidato l’iniziativa, che da quasi due mesi sta funzionando, dando un tetto ad una decina di famiglie, con situazioni di fragilità, che altrimenti sarebbero costrette a forme abitative ancora più precarie.

Molti di loro hanno contratti a tempo indeterminato e stipendi sicuri, ma non riescono a trovare una soluzione abitativa per lasciare una casa da cui sono stati sfrattati. Basta salire le scale e bussare alle porte degli appartamenti ai piani più alti della torre all’incrocio tra via Milano e la tangenziale Ovest per trovare una situazione che sorprende.

Il 4 febbraio erano appartamenti finiti e mai abitati. Oggi sono case vissute in cui con la determinazione degli occupanti sono stati comprati e installati i sanitari nei bagni, recuperati e montati mobili, cucine, lampadari. E le famiglie ci vivono. «Dal punto di vista tecnico non ci sono stati problemi, con il supporto e la collaborazione siamo riusciti a rendere gli appartamenti abitabili velocemente - spiega Giulia di Diritti per tutti - e con il tempo si sono superate anche gran parte delle tensioni con gli altri inquilini. La presenza di famiglie con bambini che vivono gli spazi comuni ha reso più accogliente tutto lo stabile». Basta salire le scale e bussare alle porte per rendersi conto di quello che è accaduto.

«Le utenze sono state aperte con procedure umanitarie e le famiglie sono disposte anche a pagare quote per le spese condominiali e l’ascensore». Elena spiega che «un amico mi ha regalato una vecchia cucina, con 30 euro mi sono comprata un frigo usato e l’ho sistemato, il tavolo me lo ha trovato l’associazione e la libreria l’ho costruita io con delle vecchie sedie».

Umberto Gobbi di Diritti per tutti riassume la situazione: «Abbiamo scongiurato uno sgombero con la forza, stiamo lavorando grazie all’interessamento dell’assessore Fenaroli con la proprietà, gli amministratori e l’Aler per fare in modo che la struttura possa diventare tutta pubblica ed essere gestita. Già avere una trattativa è un risultato importante». Ma è anche un risultato politico: «Abbiamo sbloccato uno stabile fermo da otto anni e riportato in primo piano il tema dell’emergenza abitativa».

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