Carceri nelle caserme, il piano del governo punta i riflettori anche su due poli bresciani

Carceri nelle caserme, il piano del governo punta i riflettori anche su due poli bresciani
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Molte sono escluse in partenza (tra progetti privati e future destinazioni di servizio già individuate), altre invece sono - almeno sulla carta - potenziali candidate. L’idea del Guardasigilli Carlo Nordio di trasferire i detenuti con pene brevi nelle caserme dismesse ha riacceso i riflettori anche sui giganti vuoti della nostra provincia.

Si tratta di spazi immensi, mini cittadelle di proprietà del Demanio che un tempo erano la casa dei militari e che oggi si sono trasformate semplicemente in contenitori vuoti, spesso abbandonati a loro stessi. Per questo nell’elenco delle strutture su cui operare la prima scrematura, per poi procedere con una più puntuale ricognizione, ci saranno anche alcuni indirizzi di Brescia.

La fotografia

Il lavoro su questo dossier scoccherà a partire dall’autunno. Se Brescia rientrerà quindi infine certamente nel maxi-disegno è presto per dirlo, ma al momento non è esclusa a priori. Guardando al patrimonio demaniale, infatti, gli spazi collocati nella nostra provincia sono molti e due, in particolare, sono «disoccupati»: il primo è quello della ex caserma Serini di Montichiari, dove la riqualificazione non ha mai preso quota ma che - come ha più volte ricordato il sindaco Marco Togni - «si trova ormai in condizioni pessime».

Il secondo luogo su cui si potrebbe posare l’attenzione nazionale è la caserma Goito di via Spalto San Marco: se è vero che una parte della struttura è utilizzata e che il cortile interno è diventato un parcheggio, è altrettanto vero che c’è un’intera ala completamente sgombra. Ma ad eleggerla come strategica potrebbe essere soprattutto la sua posizione: esattamente di fronte al carcere di Canton Mombello, il che renderebbe di certo più agile il trasferimento dei detenuti.

Le altre

Gli altri spazi hanno invece conclamato già il loro «addio alle armi» anche dal punto di vista urbanistico e sono per questo in automatico tagliati fuori da un’ipotetica «metamorfosi» in carcere. La ex caserma Ottaviani di via Tartaglia, in città, è dal 2022 di proprietà di un fondo altoatesino che ha in programma di realizzare residenze e servizi e che, attraverso gli oneri di urbanizzazione, dovrebbe realizzare un parcheggio e il polo scolastico del centro storico.

La ex caserma Gnutti era stata acquisita dal gruppo Nibofin e farà spazio a residenze di lusso. La Randaccio di via Lupi di Toscana - finita nell’occhio del ciclone solo una manciata di giorni fa come possibile casa del centro temporaneo d’accoglienza dei migranti, poi realizzato a Flero - rientra ancora tra le proprietà del Demanio, ma dovrebbe accogliere la sede dell’Agenzia delle Entrate. Stesso disegno per la caserma Papa: la cittadella tra via Oberdan e via Franchi accoglierà la Motorizzazione, le Dogane e la Guardia di Finanza che, oltre agli uffici avrà a disposizione anche gli alloggi.

La road map

Il piano di cui ha parlato il ministro Nordio al termine della visita nel carcere delle Vallette di Torino per ridurre il sovraffollamento dovrebbe cominciare a concretizzarsi con incontri che i provveditorati regionali dell’amministrazione penitenziaria avranno con i referenti locali del Demanio e del ministero della Difesa proprio per verificare quali e quante caserme dismesse si potrebbero prestare a questa riutilizzazione. Un passo necessario per arrivare alla stesura di un piano nazionale organico e dettagliato.

Il progetto che ha in mente il titolare del dicastero della Giustizia scorrerà parallelo alla ricognizione sugli interventi di edilizia penitenziaria in corso e da attuare, a partire degli otto nuovi padiglioni previsti all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), con la realizzazione di altre 640 camere detentive e spazi trattamentali.

Per il momento non ci sono stime ufficiali sul numero dei detenuti che potrebbero essere trasferiti nelle caserme dismesse dei complessivi 42.511 condannati in via definitiva presenti nelle carceri sovraffollate. Stando agli ultimi dati divulgati dal Ministero stesso, coloro che devono scontare una pena sotto un anno sono 1.553. Se si prendessero in considerazione anche le persone che hanno una condanna fino a due anni (2.820) si arriverebbe a 4.373.

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