Avis: nonostante il calo di donatori, sangue e plasma garantiti

I dati resi noti, che fotografano la situazione di tutto il 2019, raccontano di 60.936 donazioni con un calo di 332 rispetto al 2018
AVIS TRA DONO E CURA
AA

L'Avis è dono, vita e speranza. Non solo per soddisfare il bisogno di sangue e dei suoi derivati, nel pieno rispetto dei criteri di sicurezza e qualità sia per il donatore che per il ricevente, ma anche per dare una speranza di vita ai malati di Covid-19, grazie al plasma iperimmune.

Lo ha detto bene il presidente provinciale dell'Avis Gabriele Pagliarini alla 56esima assemblea nazionale convocata nel pieno rispetto delle norme in atto per evitare il contagio da coronavirus. Momento di condivisione e tempo di bilanci e ringraziamenti per coloro che hanno donato e che hanno sconfitto la paura anche nei momenti più difficili, riuscendo a far prevalere la generosità e rispondendo agli appelli lanciati per la raccolta di sangue. Una richiesta di sangue che purtroppo non si ferma mai.

I dati resi noti, che fotografano la situazione di tutto il 2019, raccontano di 60.936 donazioni con un calo di 332 rispetto al 2018. Sono stati 34.180 i donatori attivi nel 2019, per il 72% uomini e per il 28% donne. Per le donazioni di sola aferesi invece su 1093 donatori totali il 55% sono donne. La predominanza dei donatori è di gruppo 0 positivo, seguito dal gruppo A positivo.

L'Avis, che anche in questo 2020 continuerà con il progetto nelle scuole e in Università Cattolica si rivolge sempre di più ai giovani che sono presenza preziosa anche nell'organizzazione di campagne e iniziative di sensibilizzazione. Infine, il ringraziamento alla Fondazione Spedali Civili di Brescia per aver finanziato progetti straordinari e la Fondazione della Comunità Bresciana per il contributo erogato, finalizzato a compensare l'incremento delle spese a seguito della pandemia e il sostegno al progetto di ristrutturazione della sede, ma soprattutto a quello regionale della raccolta del plasma iperimmune.

 

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