SALUTE
Autolesionismo e anoressia: i mali di bambini e adolescenti

Un'adolescente con il viso tra le mani - © www.giornaledibrescia.it
Le diagnosi di autolesionismo negli adolescenti sono quasi raddoppiate nel biennio Covid rispetto al periodo precedente. Lo stesso dicasi per i disturbi del comportamento alimentare e per quelli psicotici. Quelli d’ansia sono cresciuti del 10%. Il quadro diagnostico è analogo sia per le valutazioni che avvengono in pronto soccorso sia per quelle che si effettuano ai giovanissimi che vengono ricoverati. Su 130mila persone tra i 10 e i 17 anni, i disagi vari ora sono presenti in circa il 30%.
L’altalena
Non c’è posto
«Il problema, come è stato evidenziato nella lettera che la Società scientifica ha scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi, è che, a fronte di una domanda crescente, il numero dei posti letto a disposizione su tutto il territorio nazionale è sempre lo stesso, con regioni che nemmeno hanno la Neuropsichiatria per i minori - continua la presidente della Società scientifica -. Questo significa che i pazienti devono essere ricoverati in reparti inappropriati, tenendo anche conto che pronto soccorso, degenze pediatriche e psichiatriche dell’adulto sono sature di altri bisogni e non sono in grado di gestire nemmeno transitoriamente altre situazioni critiche».
Per la prof. Fazzi, tuttavia, il tema non è tanto quello dell’aumento dei posti letto. «Basterebbe avere un maggior turn over - spiega -. Un esempio: per una ragazzina con disturbi del comportamento alimentare la degenza media, ora, è di 3-4 mesi, anche se ci sono casi che richiedono un periodo molto più lungo nel reparto per acuti. Ebbene, se esistesse una sufficiente rete territoriale con strutture semiresidenziali terapeutiche, la giovane degente potrebbe essere dimessa con almeno due mesi di anticipo».
Comportamento alimentare
Le diagnosi di disturbi del comportamento alimentare sono raddoppiate nell’ultimo biennio rispetto a prima. «E sono situazioni sempre più gravi in ragazzine, quasi sempre femmine, sempre più giovani. Tredicenni e dodicenni - spiega Fazzi -. Come abbiamo visto, il tema non è quello dei posti letto, ma delle risorse territoriali sottodimensionate per assorbire i casi. Anche in ambulatorio in un anno è triplicato il numero di ragazzine con problemi alimentari: siamo ad un centinaio, in costante crescita nell’ultimo triennio».
Perché accade? Fazzi: «Quelli che stavano male si sono rinchiusi ancora di più in casa. Ricordate che nei primi mesi della pandemia non si faceva altro che parlare di cibo? Sono scoppiate tutte le conflittualità all’interno delle famiglie: cosa mangi, cosa fai, perché lo fai».
Autolesionismo
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