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Tiziano Mulonia come Willy, traguardo bis in bici all'Iditarod

Il biker di Chiari, emulo del fratello, ha pedalato per più di una settimana tra i ghiacci dell'Alaska migliorando di 20 ore il suo personale
Tiziano Mulonia, in primo piano, al passaggio al Rainy Pass Lodge a Puntilla Lake - Foto tratta dal profilo Facebook di Willy Mulonia
Tiziano Mulonia, in primo piano, al passaggio al Rainy Pass Lodge a Puntilla Lake - Foto tratta dal profilo Facebook di Willy Mulonia
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Da Chiari ai ghiacci dell'Alaska. Sulle orme del fratello maggiore, lungo il tracciato sfibrante dell'Iditarod Trail Invitational, una delle maratone estreme più dure del pianeta. Per un risultato che non ha eguali. A trovarli, due fratelli entrambi in grado di attraversare l'immensa distesa di ghiacci in sella ad una fat bike. 

Un record, con buona probabilità, che è il sigillo all'impresa messa a segno da Tiziano Mulonia, 48 anni, che lunedì, l'8 marzo, ha tagliato il traguardo di Big Lake, conclusione del percorso da 350 miglia. Prima di lui, infatti, a più edizioni dell'Iditarod aveva partecipato il fratello maggiore Willy, 54 anni, ultracyclist con un curriculum di sfide mozzafiato che lo hanno portato dal deserto di Atacama, in Cile, al Campo Base dell'Everest, in Tibet, dalla Mongolia alla Spagna, dove peraltro vive e dove è tra i promotori dell'edizione iberica dell'italianissima Eroica, corsa per bici storiche.

Tiziano Mulonia è stato tra i più assidui sostenitori del fratello nelle sue avventure (lo racconta Willy stesso nel suo recente libro «Chino verso Nord») e proprio al fratello aveva chiesto di portarlo con sé in Alaska. Willy è infatti quasi un habitué dell'Iditarod, che ha corso sempre in sella nel '99, nel 2000 e dopo 18 anni di assenza nel 2018, per tornarci lo scorso anno proprio con Tiziano, ma puntando verso Nome, il traguardo estremo della versione da 1.000 miglia (da cui l'hashtag brescianissimo #nomanome).

In quell'occasione, complici la pandemia e una tempesta che ha reso inagibile parte del tracciato, gli organizzatori imposero il recupero in sicurezza a Mulonia senior e altri 7 atleti, ai quali tuttavia è stato riconosciuto il pieno status di partecipanti «non ritirati» (sono divenuti gli «Unalakleet Eight», dal nome della località nella quale furono prelevati e ricondotti al sicuro).

Rispetto al 2020, Tiziano Mulonia ha rivelato una condizione di assoluta forma, migliorando di quasi 20 ore il suo personale: ha infatti raggiunto la meta in 7 giorni e 13 ore coprendo 350 miglia totali (563 km, con una media di 72 km al giorno), affrontando un'infinita distesa di neve a temperature che arrivano anche a -18°C.

Proprio Willy è volato ad Anchorage per festeggiare il successo di Tiziano, del quale ha raccontato passo passo l'avventura attraverso i social, restituendo quel supporto di fratellanza che ha per anni ricevuto dal più giovane dei Mulonia brothers e che proprio sulla contagiosa passione per le due ruote ha trovato il suo cemento. 

Con questo ennesimo successo, la provincia bresciana arricchisce il palmares dei propri atleti dell'estremo che hanno affrontato l'abbacinante paesaggio dell'Alaska: tra i partecipanti all'Iditarod, nelle sue varie categorie (a piedi, in bici o sugli sci), figurano anche i trumplini Roberto Ghidoni (il bovegnese che vinse sul percorso da 350 miglia nel 2001 e frantumò l'anno seguente i passati record sul tracciato lungo da 1.765 km) e Luca Bettinsoli (secondo assoluto all'Iditarod 2018 sempre sui 563 km), i camuni Mario Sterli e Paolo Gregorini, i bassaioli Roberto Gazzoli e Savino Musicco, e i franciacortini Marco Berni e Riccardo Ghirardi. Ma da menzionare c'è anche un'altra coppia di fratelli dell'estremo born in Brescia: Aldo e Gigi Mazzocchi (a piedi con slitta), che vantano anche partecipazioni ad un'altra ultramarathon dei ghiacci, la Yukon Artic Ultra. La stessa che ha visto primo al traguardo nel 2007, Enrico Chicco Ghidoni, fratello di Roberto. Ma questa è un'altra storia...

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