Bassa

Caso Wte, il tema chiave dei controlli: «Serve potenziare Arpa»

L'esasperazione dei cittadini della Bassa e i nodi irrisolti sul fronte della disciplina per i gessi di defecazione
WTE, RABBIA E PREOCCUPAZIONE
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«Nel mondo della politica tutti hanno responsabilità, altrimenti non saremmo dovuti essere noi cittadini ad andare continuamente per vent'anni dalle varie istituzioni a bussare alle porte e tornare a casa con le porte chiuse in faccia».

Parole, quelle espresse dalla portavoce del comitato di cittadini della Bassa, che testimoniano come il caso Wte susciti ancora discussioni e rabbia tra i cittadini dei comuni di Quinzano, Calcinato e Calvisano, che per più di un decennio si sono battuti contro gli odori molesti rilasciati dall'azienda finita al centro di un caso giudiziario, accusata di aver sparso sui terreni agricoli di gran parte del Nord Italia qualcosa come 150mila tonnellate di fanghi contaminati da sostanze inquinanti e messa sotto sequestro dalla magistratura lo scorso mese di maggio.

Il sostituto procuratore Teodoro Catananti ha chiuso le indagini e si attendono ora i risvolti giudiziari: intanto le istituzioni politiche si interrogano sui gli insegnamenti di questa vicenda e su come prevenire questi reati tra gli agricoltori, dai cittadini considerati parte in causa del problema. In gran parte inconsapevoli, secondo le associazioni di categoria.

Comunque chi si è trovato il problema in casa qualche domanda ha cominciato farsela: una norma di Regione Lombardia sulla tracciabilità dei gessi di defecazione è stata impugnata dal Governo, ma da anni nonostante tutti i partiti si siano succeduti a Roma, nella disciplina ambientale su questo tema non è cambiato nulla.

Il tema ribadito da più parti è quindi quello dei controlli. Serve per esempio il potenziamento dell'Arpa, che su questa vicenda ha il grande merito di aver scoperchiato il vaso di Pandora.

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