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Caso Wte, il Comune di Quinzano chiede la chiusura delle indagini

Ad un anno dall'esplosione della questione sui fanghi tossici, anche Quinzano è intervenuto attraverso una lettera al procuratore
Uno degli impianti Wte sotto sequestro - © www.giornaledibrescia.it
Uno degli impianti Wte sotto sequestro - © www.giornaledibrescia.it
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Sulla questione Wte, a un anno dall’esplosione del caso, è intervenuto anche il Comune di Quinzano che, attraverso una lettera indirizzata al procuratore a firma dell’avvocato penalista Rocco Curcio, ha chiesto «con assoluta urgenza e necessità la definizione delle indagini».

«Una questione di estremo rilievo e di interesse pubblico - spiega il legale -. Essendo il Comune di Quinzano parte offesa nel procedimento penale abbiamo voluto chiedere, tramite un documento scritto, la definizione delle indagini (chiusura ndr)». La Giunta Olivari, lo ricordiamo, alla luce di quanto emerso e delle indagini in corso, revocò l’autorizzazione integrata ambientale, ordinando la chiusura dello stabilimento all’interno del territorio comunale. Una decisione presa «a seguito delle inottemperanze accertate delle normative vigenti in materia di ambiente, ma anche alle prescrizioni Aia».

«La ditta - si legge nella lettera firmata dall’avvocato Curcio -, al fine di conseguire un ingiusto profitto, gestiva abusivamente ingenti quantità di rifiuti in particolare fanghi di supero prodotti presso l’impianto di Calcinato sempre della Wte e occultandone una parte mediante artifici documentali, ovvero li reintroduceva illecitamente nel ciclo produttivo dell’impianto di Quinzano d’Oglio. Questo provocava emissioni di vapori e gas difficilmente tollerabili sia dai dipendenti sia dalla popolazione, cagionando a chi respirava questi odori pesanti ripercussioni sulla qualità della vita».

«Il fatto che non si sia ancora approdati all’udienza preliminare è francamente demoralizzante - questo l’intervento del sindaco Lorenzo Olivari -. Qui si tratta di fare chiarezza su danni ad ambiente e salute pubblica che hanno interessato oltre 30 comuni nel solo Bresciano, a cui aggiungere centinaia, forse migliaia, di segnalazioni per miasmi a Quinzano e restanti sedi aziendali.

Senza l’avvio di un processo, gli stessi enti locali sono costretti a stare alla finestra e all’orizzonte non ci sono grandi garanzie: da un lato, preoccupa il ricorso aziendale al fermo impiantistico con udienza del Tar al 13 luglio e, dall’altro, la rivendicazione di competenza ministeriale sulla legge regionale che ha inasprito i controlli sui gessi di defecazione. Credo che i cittadini meritino più rispetto».

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