La frana di Tavernola si curerà con le iniezioni di cemento

Veronica Massussi
I lavori, incentrati sul consolidamento della parete del monte Saresano, saranno conclusi nel 2026
In acqua potrebbero finire due milioni di metri cubi di materiale - Foto © www.giornaledibrescia.it
In acqua potrebbero finire due milioni di metri cubi di materiale - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Cinque anni per il consolidamento della parete del Monte Saresano non sono un periodo troppo lungo se si pensa al lavoro di progettazione, di coordinamento tra enti e professionisti e di reperimento fondi.

L’iter è iniziato nel febbraio 2021, quando ci fu l’allarme frana del Monte Saresano, mentre i lavori saranno completati nel 2026.

Tappa dopo tappa

Il cronoprogramma è stato esplicitato dall’ente che coordina i lavori, l’Autorità di bacino, dopo la conferenza di servizi che si è svolta alla fine di gennaio: in aprile verrà indetta la gara che rimarrà aperta per alcuni mesi e in ottobre potrà iniziare l’intervento. Intervento che dovrebbe essere terminato in poco più di un anno.

Il progetto esecutivo presentato dalla società Alpina è centrato sul consolidamento della parete e non più, come si ipotizzava lo scorso anno, sulla rimozione del materiale.

Le aree trattate

Tre saranno le aree trattate sul versante franoso, al piede, quella mediana e quella alta; saranno effettuate delle iniezioni di cemento per aumentare la stabilità. Il monitoraggio, cominciato nel 2022, rimarrà costante.

Per giungere a questa soluzione sono stati realizzati carotaggi profondi, con perforazioni fino a 90 metri e prove con i fori di sondaggio attrezzati con inclinometri. Sono inoltre stati raccolti campioni per le prove di laboratorio, per conoscere i materiali e le superfici di scivolamento e sono state condotte indagini geofisiche a rifrazione utili a definire il modello geologico e geotecnico di riferimento del corpo di frana per la conferma del volume, due milioni e mezzo di metri cubi. Infine sono state istallate attrezzature per il monitoraggio e il controllo dei movimenti.

Fondi

I sindaci di Tavernola, Vigolo e Parzanica si sono detti soddisfatti del lavoro svolto anche perché gli enti, Regione e Ministero, hanno preso a cuore il problema. Il Pirellone ha stanziato subito un milione e mezzo di euro destinati alla progettazione e alle indagini, poi ha messo a disposizione altri fondi propri per 4 milioni e 800 mila euro e richiesto al Ministero dieci milioni e duecentomila per realizzare gli interventi.

L’azienda Italsacci, la cui cava di cemento è proprio a ridosso del versante franoso, ha chiesto una particolare attenzione durante le opere proprio perché in quest’area mineraria i lavori di estrazione continueranno, così come sono sempre continuati dal giorno dell’allarme ad oggi.

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