Acqua, la Valtrompia avvisa il Broletto: «Servono garanzie sugli investimenti»

I sindaci «preoccupati» per le scelte sul gestore chiedono di prorogare l’attività (scaduta) di Asvt
CICLO IDRICO, DUBBI IN VT
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«Preoccupazione». È la parola che i sindaci della Val Trompia ripetono come un mantra di fronte al passaggio della gestione del ciclo idrico dalla «loro» società, Asvt, ad Acque Bresciane, prevista per il prossimo anno. Una preoccupazione che si lega alla natura del gestore unico.

Nel 2015 si scelse il modello misto: controllo pubblico con partner privato tra il 40 e il 49%, da scegliere con gara. Ora la Provincia a guida centrosinistra vuol rivedere quella decisione, lasciando Acque Bresciane a totale controllo pubblico. «Chiediamo chiarimenti su questo percorso e garanzie sugli investimenti previsti in valle, sulla qualità del servizio e sulle tariffe per i nostri cittadini» spiega il presidente della Comunità montana Massimo Ottelli, affiancato da tutti i sindaci triumplini, alcuni in presenza, altri collegati.

La lettera

La richiesta è stata messa nero su bianco in una lettera spedita il 4 agosto a Provincia e Ufficio d’Ambito (Ato). «Per più di 20 anni - vi si legge - Asvt (75% A2A, 25% i Comuni) ha garantito la gestione del servizio idrico integrato in modo esemplare». Entro il 2022 sarà ultimato il depuratore di Valle, a Concesio, opera da 27 milioni. Nel frattempo si stanno realizzando le fognature in Valgobbia e alta Valtrompia, per diverse decine di milioni. Il secondo lotto del depuratore vale altri 9 milioni.

E Asvt è il soggetto attuatore dell’acquedotto di valle, opera che ha ricevuto 28 milioni dal Pnrr. Tutti esempi, rimarca Ottelli, di «importanti inverventi messi in capo da Asvt grazie a una forte leva finanziaria, oltre che sensibilità territoriale, dal partner tecnico privato», A2A.

Insomma, «ci sentiamo in dovere di difendere la qualità del servizio restituito ai nostri cittadini» scrive Ottelli a nome dei sindaci.

Il nodo vero, va detto, è quello della natura del gestore unico (Acque Bresciane). L’eventuale scelta di una società totalmente pubblica «preoccupa» per la reale capacità di effettuare tutti gli investimenti previsti. «Si tratta di oltre 50 milioni per la Val Trompia nei prossimi 5-6 anni - ricorda Ottelli -. Dopo anni di discussioni, siamo riusciti a fare sintesi e fare il depuratore di Valle. Abbiamo potuto mettere in campo investimenti importanti grazie al partner privato.Ora che garanzie abbiamo che non si tornerà indietro?». Senza scordare che, oltre agli investimenti, Acque Bresciane dovrà versare ad Asvt anche 40 milioni per il subentro.

«Temiamo una ricaduta negativa su tariffe e servizi per i cittadini...». Bruno Bettinsoli, sindaco di Lodrino ma anche vicepresidente Ato, ricorda come sia lo studio della stessa Acque Bresciane sia il parere dell’Ato «privilegino» il sistema misto, proprio perché in grado di garantire più investimenti, quanto mai necessari nel nostro territorio. «Se la Provincia sta sviluppando un nuovo modello, vogliamo saperlo. Serve chiarezza, non dichiarazioni sui giornali».

Per Agostino Damiolini, sindaco di Concesio «la scelta della natura del gestore è dirimente e vincolante: stiamo consegnando una realtà che ha in pancia investimenti strategici per il nostro territorio. Vogliamo garanzie su continuità e sostenibilità, su tariffe e qualità del servizio». Così anche Pierangelo Lancellotti, sindaco di Gardone Val Trompia: «C’è preoccupazione. Oggi abbiamo una società che nel 2021 ha vinto un premio nazionale per la gestione delle perdite. Sarà garantito un livello così alto?». Da qui la richiesta di un confronto - «per fare chiarezza» - con Provincia e Ato, che si dovrebbe tenere a fine mese in Broletto.

E al tempo stesso anche la richiesta di «garantire la continuità azindale prorogando la gestione di Asvt fino alla definizione del modello gestionale del gestore unico». In fondo, è il ragionamento, se i tempi sono slittati in Valcamonica, perché non possono slittare in val Trompia?

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