Valsabbia

Iuschra, un mese senza risposte

La dodicenne affetta da autismo è svanita nel nulla il 19 luglio
UN MESE SENZA IUSCHRA
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Un mese senza risposte, un mese di attesa infinita. Di incognite che si affastellano in una corsa contro il tempo per le ricerche che col passare dei giorni ha ceduto il passo al silenzio. Quello delle risposte che mancano ai tanti interrogativi, su tutti uno: Iuschra dov’è?

Era il 19 luglio quando la 12enne affetta da autismo saliva con un gruppo di giovanissimi utenti della Fobap sull’Altopiano di Cariadeghe a Serle. Pochi istanti, attorno al mezzogiorno, e la piccola si sottrae al controllo degli accompagnatori, con quell’istinto alla fuga che è proprio dei soggetti autistici.

Il bosco in quell’angolo di Carso precipitato terra bresciana è una selva di pericoli per una ragazzina che rifugge l’incontro di estranei e che non parla. Ci sono doline, grotte, cavità di ogni genere, burroni. In una manciata di minuti scattano le ricerche, destinate a proseguire per una decina di giorni con un dispositivo di uomini e mezzi imponente: fino a 350 unità al lavoro contemporaneamente, quasi 1.500 tra vigili del fuoco, speleologi e volontari mobilitati.

Si seguono le indicazioni di un primo testimone che incrocia Iuschra al pian della Carlina. Mario Franzoni, 75 anni, è con la sua cagnolina, ma presto la piccola fugge. Un secondo testimone, Enrico Ragnoli, 33enne, racconta a tutti di averla vista su una panchina poco dopo. Ma ci voglio giorni perché la sua indicazione venga presa in considerazione. E comunque ogni battuta ha esito vano. Ci sono anche due sensitivi che forniscono indicazioni, peraltro tra loro discordanti, e neppure quelle vengono lasciate cadere, con la logica del cuore e del «metti mai che siano fondate...».

Le ricerche si estendono fino a Caino, Nave, Vallio Terme. Ma nulla. Si cerca con gli elicotteri e con i cani. Niente. Fino al 29 luglio, quando il dispositivo si riduce a poche unità. Poi solo un punto raccolta informazioni, dal 6 agosto neppure quello. Sull’altopiano resta lo strazio della famiglia di Iuschra, papà Liton ne è il simbolo: con la comunità del bangladesh lancia un appello perché le ricerche non siano sospese, poi non nasconde il timore che la piccola sia stata rapita. Si torna a cercare per un giorno il 14 agosto a Nave. Ma senza esito. E il silenzio cala ancora una volta. Rotto solo dalla domanda che non trova risposta: Iuschra dov’è?

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