Valsabbia

Cariadeghe: le difficoltà di un territorio carsico

Grotte, pozzi, fiumi sotterranei: la conformazione non aiuta le ricerche
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«Per l'aspetto morfologico della zona e per il profilo psicologico della dispersa che potrebbe tendere più a nascondersi che a farsi trovare, il lavoro è complesso», ha, ha spiegato l'ing. Silvio Pagani dei Vigili del Fuoco.

Ma quali sono le caratteristiche che rendono un territorio, certo affascinante e oggetto di studio, ma che in questi giorni di febbrili ricerche, non sta aiutando i soccorritori a ritrovare la piccola Iuschra?

Il fenomeno che caratterizza Cariadeghe è quello del carsismo, cioè quando il terreno è composto soprattutto da rocce sedimentarie, risultato dell’erosione, come in questo caso di un ghiacciaio. Queste rocce sono per la maggior parte formate dal carbonato di calcio, la sostanza maggiormente presente nel comune calcare. Cosa succede quando piove? Queste pietre sono facilmente erodibili, tant’è che l’acqua unita all’anidirie carbonica presente nell’aria, dà origine a una reazione chimica che trasforma il carbonato in bicarbonato di calcio, che viene dilavato dall’acqua. 

Acqua che poi finisce in sterminati cunicoli sotterranei, a volte veri e propri fiumi, in un terreno che ha la conformazione simile a quella di una spugna, assorbendola e restituendola in particolari casi, come lo sono le doline, quei laghetti che disseminano qua e là l’altopiano; nient’altro che veri e propri imbuti che convogliano l’acqua verso il fondo dello stagno e, da lì, nel sottosuolo. 

Per dare poi un’idea delle dimensioni di queste doline e dei sistemi sotterranei di cunicoli, grotte e pozzi che l’acqua ha letteralmente scolpito, l’esempio è quello dell’Ombér en banda al Büs del Zel, un sistema con uno sviluppo di quasi 20 chilometri e un dislivello di 430 metri. Uno dei più sviluppati d’Italia. E a Cariadeghe sono censite 93 aperture nel terreno, il 10 per cento di quelle bresciane, di alcune delle quali non si conosce lo sviluppo.

Un intricato labirinto, reso ancor più impervio dalla fitta vegetazione, e dalle condizioni climatiche. Sperando che qualcuna di queste aperture possa essere riparo, e non trappola, per Iushra.

 

 

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