Valcamonica

«Giuseppe Camadini, esempio di limpida testimonianza cristiana»

Al monastero di San Salvatore di Capo di Ponte il ricordo del notaio nel decennale della sua scomparsa
IL RICORDO DEL NOTAIO CAMADINI
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Il 25 luglio 2012 moriva il notaio Giuseppe Camadini, era nato il 10 giugno 1931. Nel monastero di San Salvatore a Capo di Ponte, a conclusione degli appuntamenti per il decennale della scomparsa, è stata celebrata una messa presieduta dal vicario episcopale don Pietro Chiappa. È stato letto un ricordo personale del cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, sincero amico di lunga data del notaio Camadini; ne riportiamo una sintesi.

Tra le persone di rilievo del mondo laico-cattolico occupa un posto di notevole significato il dottor Giuseppe Camadini. Egli ha operato soprattutto nel mondo bresciano, ma ha lasciato un’impronta anche molto al di là di Brescia, mediante l’intensa attività svolta con l’Istituto Paolo VI e tramite la collaborazione data all’Università Cattolica come membro del Toniolo e come componente del consiglio di amministrazione del quotidiano Avvenire.

È stato protagonista di alto profilo umano e spirituale con grande autorevolezza morale, che ha dato un significativo contributo per diffondere la cultura del bene nella società del nostro tempo; e lo ha fatto come laico, insieme con altri laici, animato da una profonda ispirazione religiosa e da una innata passione nell’impegno sociale. È straordinaria la vastità dei suoi progetti ideati e realizzati, e delle iniziative a cui ha dato il suo operoso appoggio, ma colpivano soprattutto lo spirito che lo animava e il desiderio sincero di contribuire a costruire un mondo più giusto, più solidale e più umano.

La sua esistenza fu caratterizzata dall’intenso lavoro e dallo studio tenace di ogni aspetto delle varie attività svolte con alta competenza, ma fu innanzitutto una vita fatta di apertura a Dio, di fede, di preghiera e di fedeltà al Vangelo. Possiamo dire che la fede fu la spina dorsale della sua vita e alla luce della fede orientò i suoi passi di autentico cristiano. Il criterio supremo delle sue scelte non fu mai il successo o l’interesse personale, ma la conformità al Vangelo e al bene della società.

Il monastero di Capo di Ponte era stato recuperato grazie a Camadini - © www.giornaledibrescia.it
Il monastero di Capo di Ponte era stato recuperato grazie a Camadini - © www.giornaledibrescia.it

Sottolineo questo aspetto perché è dalla fede che egli traeva energia per dare vita a iniziative e per costruire opere. Fu un convinto sostenitore della presenza dei cattolici nella vita e nella politica italiana. Giuseppe Camadini è stato un fedele continuatore della linea feconda del grande cattolicesimo bresciano; laici capaci di creare iniziative, istituzioni e opere corrispondenti ai bisogni dei tempi.

Col suo passaggio alla vita eterna, il dottor Camadini ha lasciato un grande vuoto, ma ci ha lasciato anche una preziosa eredità, fatta di molte opere e, soprattutto, di limpida testimonianza cristiana della quale gli siamo particolarmente grati, perché la società di oggi ha tanto bisogno di questi esempi. Che la testimonianza di questa grande figura di credente rimanga nei cuori e nella memoria storica.

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