Calcio

«Le istruzioni per comprare il Brescia»: il tribunale spiazza (e fa infuriare) Cellino

Dall’amministratore giudiziario Seri una nota ufficiale. Il patròn: «Sono senza parole. È un danno economico»
Quale futuro? C’è apprensione relativamente alle prospettive del Brescia calcio
Quale futuro? C’è apprensione relativamente alle prospettive del Brescia calcio
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È ufficiale: partita in corso. Ma non ci sono emozioni sul piatto: solo preoccupazione. Perché più passano i giorni, più la matassa relativa al futuro del Brescia s’ingarbuglia. Ed è sempre più evidente che tra il tribunale e il club, tra l’amministratore giudiziario delle quote detenute dalla «Iland Holding Sàrl» all’interno della Eleonora Immobiliare Pierangelo Seri e il proprietario - presidente dimissionario - del club, Massimo Cellino è gelo.

Se non proprio sfida aperta con le parti impegnate tra mosse e contromosse che hanno tutta l’aria di essere dei reciproci messaggi. A iniziare il domino era stato Cellino che lunedì scorso aveva rassegnato le proprie dimissioni da presidente. Poi era toccato al consiglio d’amministrazione fare la propria giocata consistita (all’unanimità e dunque comprensiva anche del voto a favore del consigliere in quota tribunale Midolo) nel chiedere al proprietario del Brescia di tornare a ricoprire la carica di presidente aggiornandosi al prossimo martedì (29 di novembre).

Massimo Cellino
Massimo Cellino

La mossa

Si pensava che questa sarebbe stata una settimana d’attesa e invece ieri è toccato all’amministratore giudiziario Seri smuovere le acque con una mossa eclatante: nel pomeriggio il professionista bresciano ha infatti diramato una nota stampa a oggetto «acquisto della società Brescia calcio S.p.a. - richiesta informazioni» e contenente le istruzioni per «coloro che sono interessati all’acquisto della società Brescia calcio». Segue descrizione dell’iter procedurale da seguire e sono indicati due indirizzi pec: uno personale dello stesso Seri e un altro della Brescia Holding (il cui amministratore è Cellino). Viene specificato che le richieste di informazioni per essere prese in considerazioni devono pervenire a entrambi i contatti. Sarà poi Seri a contattare i «promissari acquirenti...informando e/o coinvolgendo la società Brescia Holding spa».

Reazioni

Un’azione impattante, quella attuata da Seri, che ha colto alla totale sprovvista il Brescia calcio e soprattutto Cellino che da parte sua, a Londra, aspettava la telefonata del consigliere d’amministrazione Midolo per discutere dell’eventualità del suo ritorno ai gradi di presidente. Invece è arrivato il comunicato del tribunale preso malissimo dall’imprenditore sardo. «Da una parte - ci ha detto - mi chiedono di rimanere, ma con questo annuncio improprio il mio lavoro sarebbe ancor più arduo come presidente. Sono senza parole, si è trattato di un atto d’imperio che si commenta da solo. Questo è un grosso danno economico arrecato senza alcuna giustificazione. È come consegnare all’allenatore avversario la tattica di gioco prima di giocare la partita».

Il Brescia ritiene insomma che un comunicato del genere richiami procedure che si applicano ad aziende in liquidazione e che quindi valga un certo deprezzamento di una società che invece naviga in buone acque economiche.

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Ma perché l’uscita del tribunale? Significa che il Brescia è in qualche modo ufficialmente in vendita senza se e senza ma? Nessun commento ufficiale, ma in base a quanto è stato possibile ricostruire, il tribunale ha dal suo punto di vista così inteso rendere un quadro poco chiaro e nel quale le intenzioni finali di Cellino non sono dichiarate, un poco più nitido facendo capire anche sull’esterno che l’organo giudiziario non è un semplice spettatore, ma che esiste un obbligo di coinvolgimento. E che se il patròn ha piano d’uscita, questo piano va obbligatoriamente condiviso. E che se esiste un’offerta vera (un quotazione credibile per il Brescia è tra i 25 e i 30 milioni), questa va sottoposta al vaglio delle autorità sia che si intenda accettarla oppure no. E nel tal caso vanno esposte le motivazioni.

E ora? Imprevedibile quella che può essere la reazione di Cellino: o andrà avanti per la sua strada lasciando a questo punto oneri e responsabilità di gestione ad altri (tribunale) oppure rientrare davvero come presidente e «combattere» ancora al timone, anche formale, una battaglia che sul lungo è convinto di poter vincere. Ma l’incertezza è più che mai sovrana e la preoccupazione lo è ancora di più.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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