Brescia Calcio, Saleri: «Visto il passato dubito che imprenditori locali scendano in campo»

Dai tifosi agli ex dirigenti, da chi ha vestito la maglia del Brescia a chi ha guidato la squadra dalla panchina. Sono in tanti col fiato sospeso per capire quale sarà il futuro delle rondinelle. Luca Saleri è stato vice presidente del Brescia con Corioni ed ora è «un tifoso preoccupato. Le dimissioni non mi sorprendono: con quello che gli è successo e con i paletti messi, per un presidente che decide tutto in prima persona diventa difficile operare. Inoltre nel calcio non puoi aspettare, ci sono momenti in cui in 5 minuti devi agire, prendere o vendere un giocatore. Non puoi aspettare 2-3 giorni per avere l’ok dal Cda».
E pensare che imprenditori bresciani lo aiutino? «Viste le esperienze passate non credo ci sarà qualcuno che si farà avanti: vero che la società ora è sana, ma secondo me manca l’industriale appassionato che possa investire. Se deciderà di vendere penso più ad una soluzione esterna, a fondi esteri».
Tifoso-rocker
Omar Pedrini ha sulle spalle oltre 40 anni di fedeltà, fatta di curva e tifo. «Io sono vicino a Cellino, ma siccome anche lui è un chitarrista gli dico: non molli adesso, perché sarebbe come lasciare una canzone a metà per un accordo sbagliato. La porti alla fine, ovvero arrivi fino a giugno, e poi vedremo. Sorpreso dalle dimissioni? Onestamente sì, perché l’ho sempre visto come uomo abituato alle battaglie, uno rock al pari di Pep Clotet. Vero che è stato contestato, ma vorrei dire al pres che qui altri dirigenti, uno su tutti Corioni, hanno ricevuto trattamento ben peggiore. Io spero solo che faccia il bene del Brescia fino a quando resterà in sella: ci dia una mano, glielo chiedo da tifoso, non ci abbandoni perché sarebbe come dare un pugno in faccia alla città, ai tifosi che sono stati e saranno sempre vicini alla squadra».La paura maggiore di Pedrini è quella «di non vedere una programmazione. Tutti credo saremmo disposti a ripartire da zero, anche con Cellino, ma per un Brescia in A anche tra 3/4 anni. Basterebbe la chiarezza. Se poi il pres decidesse di farsi da parte, allora spero esca l’orgoglio della Leonessa, ovvero una sinergia tra imprenditori e città».
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L’ex giocatore
Questo il pensiero di Alessandro Budel. «È una situazione che può condizionare chi va in campo nonostante un giocatore, quando c’è la partita, non pensa ad altro. Capita anche che, al contrario, momenti così ti diano forza. Certo, normale che alla lunga rischino di incidere sulla concentrazione, soprattutto quando regna l’incertezza su quello che succederà. Non è una bella situazione: ricordo quella che passammo nell’ultimo anno di Corioni dove la preoccupazione divenne man mano angoscia su quello che poteva accadere. La squadra sta comunque facendo il suo campionato: se tornerà la dovuta serenità e alcune presunte grandi continueranno a zoppicare, può anche restare in zona play off fino alla fine. Comunque, conosco Cellino dai tempi di Cagliari e so che, fin che rimarrà proprietario sarà lui a decidere il tutto».
L’ex allenatore biancazzurro
Infine Roberto Boscaglia. «Quando succedono queste cose, non è detto che la squadra ne risenta sul campo. Anzi, a volte si compatta e riesce pure a dare qualcosa in più. Chiaro, dipende dai giocatori e dall'allenatore che hai, ma so che il Brescia ha un gruppo sano. Sotto l'aspetto della sicurezza economica per giocatori e staff, sono certo che non si pone il problema: su Cellino si può dire di tutto, ma non che non onori i suoi impegni. Ma ora sono gli avvocati i protagonisti, vediamo che succederà».
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