Calcio

Brescia, il Cda: «Cellino ripensaci». Ma i dubbi sul futuro rimangono

Decisione all’unanimità. Tocca a Micheli e Midolo approfondire la volontà del proprietario del club
I consiglieri Rampinelli Rota e Ghirardi (a destra) - New Reporter © www.giornaledibrescia.it
I consiglieri Rampinelli Rota e Ghirardi (a destra) - New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Colpo di scena, o forse no. Dentro il quadro di quella che somiglia a una «crisi pilotata», ma che resta comunque una crisi e che a prescindere da come si concluderà la prima parte che riguarda il breve periodo, non dirada le nubi sul futuro e lascia intatti tutti gli interrogativi sorti quando Massimo Cellino ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente del Brescia.

La novità è che ieri, in un cambio di strategia repentino, il Consiglio d’amministrazione del Brescia ha votato all’unanimità di «richiedere al dott. Massimo Cellino la disponibilità ad essere nuovamente nominato nella carica e hanno all’uopo conferito mandato al dott. Stefano Midolo e al dott. Luigi Micheli». Così si legge nel comunicato diramato dopo le due ore circa di durata dell’assise.

Alla presenza dei consiglieri Giampiero Rampinelli Rota, Aldo Ghirardi, Edoardo Cellino, Nicolò Barattieri, Lugi Micheli e Stefano Midolo. Presenti anche i membri del collegio sindacale Pierluigi Bettera, Michele Caria e Simonetta Fadda in una seduta nella quale è stato deliberato pure «di dare regolare corso agli espletamenti di tutti gli adempimenti, anche di natura sportiva, in scadenza». Tutti passaggi non banali e «sottili» per quanto la tentazione sia di riassumere tutto nell’immagine di una tempesta in un bicchier d’acqua.

Le indicazioni della settimana erano state quelle di un Consiglio d’amministrazione sulla strada dell’azzeramento con la volontà, perlomeno dei consiglieri bresciani Rampinelli Rota e Ghirardi, di rassegnare a loro volta le dimissioni. Poi, riflessioni portate avanti fino all’ultimo e rapportate all’impossibilità di lasciare da subito l’incarico per dar corso agli obblighi di legge e alle scadenze di cui sopra, hanno suggerito di prendere ulteriore tempo e tentare la mossa in extremis: quella di convincere Cellino (le cui dimissioni sono irrevocabili, pertanto in caso di «reintegro» occorrerà eventualmente individuare il corretto passaggio giuridico) a tornare sui propri passi.

Obiettivi

Ma in questo caso, forte di un attestato di fiducia diverso da quello già ricevuto nel Cda del 24 ottobre scorso (quando Cellino mise già sul piatto le proprie dimissioni). Un attestato diverso perché rafforzato dal voto a favore di un suo ripensamento anche da parte di Stefano Midolo e quindi del tribunale. Era questo l’obiettivo di Cellino quando ha dato corso alla «mossa del cavallo» sottoforma di dimissioni? Molto probabile che il vero «bersaglio» - per un patròn che si è definito logorato nella serenità - fosse questo insieme alla doppia necessità di attirare l’attenzione e sottolineare che la responsabilità delle decisioni non è più soltanto sua e levare eventuali alibi a Pep Clotet e alla squadra.

Quindi tutto rientrato? Di certo c’è la fiducia incassata da Cellino, che ora però attende un doppio confronto. Con i consiglieri Luigi Micheli e Stefano Midolo, indicati nel comunicato come coloro ai quali è stato dato mandato di approfondire la disponibilità di Cellino a riassumere la carica. Micheli (che è anche dg del club) designato in quota Brescia, Midolo in quota tribunale. Di certo non è un caso dentro quella condivisione che Cellino nella sua lettera di dimissioni aveva auspicato venisse perseguita nella ricerca del nome del suo successore. Le telefonate (Cellino si trova a Londra, potrebbe rientrare solo alla fine della settimana prossima), soprattutto quella con Midolo, serviranno a chiarire tanti aspetti e i rapporti. Il dentro o fuori, sarà poi oggetto di un nuovo Cda convocato per il 29 novembre: in quel caso, se si arrivasse con un no di Cellino, allora ci sarebbero le dimissioni a catena.

Le questioni in sospeso

Provando a immaginare che il patròn torni al proprio posto, come detto non si sciolgono i dubbi sul futuro. Fin dove potrà arrivare questa gestione? Dirimente sarà la data del 27 gennaio con l’udienza a oggetto il ricorso in Cassazione contro il maxi sequestro. Dirimente sarà dunque lo sblocco o meno dei beni che se non avvenisse renderebbe oggettivamente impossibile dare una prospettiva a questo Brescia. E allora, l’imprenditore sardo cammina su un doppio binario: da un lato giocarsi tutte le proprie carte legali (ha qualche asso nella manica?) e portare avanti il suo lavoro alla guida del club, dall’altro la ricerca di potenziali acquirenti (o partner) approfondendo i tanti contatti che si sono registrati. Fermo restando che oggi il Brescia ha un valore che dipende anche dal risultato sportivo con l’obiettivo salvezza che diventa pressante. Appuntamento al 29 novembre.

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