Brescia, un pareggio contro Cittadella e arbitro per risalire al secondo posto

Urlando contro il cielo. Ma anche di tutto contro un arbitro palesemente non all’altezza. Sarebbe potuta finire benissimo, ma soprattutto malissimo. Alla fine il Brescia se portato via la pelle da Cittadella con un pari in rimonta – un altro 1-1 – rimediato in extremis con una zampata d’autore all’incrocio di un attaccante.
Sì, proprio di un attaccante e proprio di quell’attaccante: Luca Vido, il più atteso. Che s’è ripresentato in campo dopo un mese al 37’ della ripresa di una partita che da 2’ i biancoblù stavano incredibilmente perdendo per un gol di Rabbi, lanciato da Castelli felice destinatario di un gravissimo errore in costruzione di Silvestri. Tutto sembrava perduto: e invece il Brescia in un colpo solo ha ritrovato il secondo posto, a quota 30 a pari punti col Lecco però sopravanzato per via della vittoria nello scontro diretto e, appunto, Vido.
Analisi
È andata a finire così. Ma che rabbia. Per i più svariati motivi. Uno aveva il fischietto: Francesco D’Eusanio, ha pesantemente influito su andamento e risultato. Protagonista di una direzione senza metro se non quello di una infilata di decisioni – anche le più piccole – insensate, ha inciso ai danni del Brescia prima di tutto graziando Gatti che, già ammonito, in chiusura di tempo avrebbe meritato il secondo giallo per un fallo su Mercati. Tutto talmente palese che per evitare degenerazioni mister Iori non ha fatto ripresentare in campo il suo giocatore nella ripresa.
Una ripresa – difficoltosa e in affanno per la squadra di Diana – nella quale, poco prima della mezz’ora, Zennaro sulla respinta con i pugni del portiere di casa sollecitato da un tirocross del buon subentrato Boci, aveva trovato il gol. Poi annullato per un invisibile fallo di Balestrero sul portiere. Pazzesco. Era stato questo il secondo gol annullato in gara: prima era toccato al Cittadella che all’11’, sempre della ripresa, aveva trovato la rete con Rizza. Ma in questo caso l’azione era vistosamente viziata da un precedente fallo di D’Alessio su De Maria.
Dato quel che va dato all’arbitro, altro motivo di rabbia per un Brescia che mastica amaro, è stata l’incapacità – tanto per cambiare – di mettere a segno la stoccata quando questa sarebbe stata possibile. Ovvero in coda a un primo tempo che, sfrondato di una ventina di minuti sotto ritmo e condita da tanti errori di misura – il tutto però senza rischiare alcunché – ha visto un Brescia padrone attraverso una manovra piuttosto fluida. Sbocciata dopo aver corretto qualche posizione su un campo dove Diana ha presentato ancora Balestrero attaccante, in avvio al centro di una specie di 3-4-3 in fase offensiva.
I frutti migliori della padronanza di cui sopra, come detto, sono maturati nei minuti finali quando sono state messe in fila tre occasioni belle grosse. Nell’ordine: un tiro da fuori di Di Molfetta a Zanellati attento, una conclusione di Cisco da centro area con ancora il portiere di casa molto bravo e infine un rasoterra da fuori di Balestrero a tanto così. Davvero a tanto così…E il pensiero eccolo a volare ancora verso le punte che non ci sono. Il secondo tempo è un film molto diverso. O meglio, somiglia al primo spezzone della prima frazione, solo con un Cittadella questa volta in scena per davvero e aggressivo con D’Alessio a misurare Gori. Facendolo anche salire in cattedra.
Fatica
Già detto della rete annullata a Rizza, dall’altra parte c’è un Brescia che non riesce più a percorrere la propria strada: un po’ perché esce la vena «a rompere» del Citta, un po’ perché si fatica a tenere i nervi saldi al cospetto dell’arbitraggio. Si battaglia con quel che si può, trovando anche due buone occasioni con Cazzadori e Mercati. Mancano anche le energie. Diana attende fino al 25’ per iniettarne di nuove e salubri.

Boci e Armati funzionano in un contesto che nel frattempo vede i biancoblù in campo senza punte dopo l’uscita di Cazzadori. Lì è così, si arriva comunque al gol di Zennaro che chiuderebbe tutto. Niente da fare. E così, via alla tonnara finale tra gol subito con grosse colpe e provvidenziale chiamata alle armi di Vido: gol d’autore. Urlando contro il cielo, ma dicendo grazie anche alla forza di non voler morire mai.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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