Calcio

Il mercato del Brescia: serviva di più, le preoccupazioni sono immutate

Pesa la mancata sostituzione di Moreo con un’altra punta strutturata. Una grande lacuna in un mare di problemi
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BRESCIA CALCIO, IL MERCATO
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Sorridono solo le casse del Brescia nelle quali sono entrati i 2.000.000 (media tra quanto fatto trapelare dal Pisa e quanto dal Brescia) per la cessione di Moreo a fronte di innesti al solo costo degli ingaggi. E ci sarà un risparmio anche sul contratto di Benali ceduto a titolo definitivo. Economicamente, non fa una piega, ma dentro l’involucro di una gestione finanziaria ineccepibile restano inalterate le gravi preoccupazioni. Dentro le quali naviga liberamente la delusione per questa sessione di mercato.

Cinque innesti e tre cessioni, ma certo non è nemmeno una questione numerica. Sì, si inala un po’ di aria fresca grazie a un po’ d’aria nuova. Ma i movimenti che ci sono stati, non sono tali nel loro insieme da far pensare che possano determinare quella sterzata di cui c’è bisogno. Coeff è una scommessa, ma sabato dovrà già provare a essere decisivo, Scavone è semplicemente uno in più, arrivato solo perché altrimenti non si sarebbe potuto far partire Benali che era considerato persino una zavorra. Se Björkengren e Listkowski sono ancora da pesare per bene, ragionando esclusivamente sui singoli, solo Rodriguez accende un po’ la speranza.

Serviva colmare delle lacune, ne è rimasta una (ma si potrebbe parlare anche degli esterni) grossa come una casa: non c’è una prima punta strutturata. Moreo non è stato rimpiazzato dal... Moreo di turno con magari più spiccate doti di stoccatore. Non lo sarebbe stato nemmeno Sibilli. E a proposito: come non riflettere sul secco no opposto fin da subito dal giocatore all’ipotesi di un trasferimento al Brescia? Che da piazza alla quale ambire è diventata da rifiutare.

Nel Brescia che pullula di giocatori offensivi, si passa a giocare con un attaccante solo. E quell’attaccante, era è e resta quel Florian Ayé che appare in crisi «sparata». Ayé che col suo metro e 84 centimetri di altezza è l’attaccante più alto di una rosa nella quale l’altra punta centrale è Bianchi. Messo tutto insieme, significa che una squadra che fin qui ha vissuto di lanci lunghi, ora dovrà imparare a giocare palla a terra. Il che richiede qualità, il che richiede anche serenità e testa leggera: l’altra grave mancanza insieme alla non sostituzione di un top player della B quale Moreo è la sensazione che non ci sia stato un upgrade in termini di personalità.

Poi arrivano le altre questioni, come quella del rapporto Clotet-squadra. Della mancanza di emozioni. Eccetera. Con un lungo elenco che preoccupa ancora più della non punta. Non si comprende se Cellino non veda i problemi oppure se li veda, ma creda che basti il suo pieno ritorno in sella a risolverli: lui contro tutto e contro logica. Come sempre: solo che stavolta non è come sempre perché il fuoco è già vicino. Si salvi chi può.

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