Brescia, futuro sospeso: Cellino aspetta offerte concrete

Accelerate e frenate. Ripartenze, brusche sterzate, fughe in avanti, ritorno al punto di partenza, depistaggi veri o presunti. Quella al Brescia si sta rivelando come una pazza corsa. Che nessuno è davvero in grado di raccontare perché quello che sembra, molto probabilmente non è. In giro si raccolgono piccoli pezzi di puzzle: alcuni persi distrattamente da qualcuno, altri sapientemente lasciati per strada. Messi tutti insieme, si fatica a capire l’immagine che vanno a comporre.
La posizione di Cellino
Il gioco, che gioco non è, prevede una posta finale altissima. Tra partecipanti – l’unico conosciuto dei quali è Massimo Cellino – ci si mandano segnali a distanza. «Valuto tutto, basta portare i soldi» è stato il messaggio che il presidente del club di via Solferino ha fatto trapelare dal Cda di mercoledì per bocca del consigliere Stefano Midolo. Quasi un appello a tutti e nessuno: agli investitori, o all’investitore, da tempo sullo sfondo. Ma anche, eventualmente, a qualcuno che in extremis possa trovare la forza e lo sprint per interessarsi concretamente alle sorti del club facendosi carico del futuro. Come spesso ripetiamo, Massimo Cellino non fa mai nulla di casuale. Non lo era stato nemmeno fissare il consiglio d’amministrazione poche ore dopo l’ultima di regular season lasciando però un alone di mistero attorno alle comunicazioni che avrebbe fatto. Semplicemente perché queste comunicazioni dipendevano dall’esito del campo. È andata bene, e dunque Cellino ha chiuso l’assemblea dei consiglieri in meno di un’ora e mezzo, limitandosi a «comunicazioni» di servizio con l’aggiunta del messaggio – in codice per chi doveva capire? – da veicolare sull’esterno. Un Cda da 0-0, almeno all’apparenza o almeno per il popolo biancazzurro per il quale il «voglio vendere» celliniano è ormai poco più di un ritornello.
Come è andata
A ogni modo si è scoperto che quello 0-0 alla fine voluto dal presidente sarebbe dovuto essere inizialmente qualcosa di diverso. Cellino infatti, fino a ridosso della partita con la Reggiana aveva un piano, da applicare a prescindere da quello che sarebbe stato l’esito della gara: annunciare le proprie dimissioni da presidente affidando la carica a un imprenditore bresciano a lui vicino. Una figura di garanzia che sarebbe servita a far abbassare un po’ i toni, a calmare le acque e a consentire a Cellino di continuare a lavorare dietro le quinte per predisporre le risorse economiche (con anche il contributo dell’imprenditore di cui sopra) destinate alla chiusura della stagione-apertura della prossima (4 milioni sono per questo primo «pacchetto») portando avanti contemporaneamente, ma con meno assilli, le interlocuzioni per la cessione del club. Perché allora Cellino non ha dato effettivamente corso a questo piano? Perché proprio nella serata di martedì gli sarebbero arrivati riscontri circa un’accelerata decisiva di chi tratta il Brescia (il riferimento è agli investitori accreditati dai bresciani, Daniele Scuola in primis, da tempo). A questo punto il presidente ha lasciato le cose in stand by attendendo sviluppi.
Gli scenari
Che a ora però – detto che chi è intorno all’imprenditore sardo continua a manifestare fiducia – non risulta ci siano stati (per sviluppi si intende passaggi di denaro o appuntamento affinché ciò possa avvenire). Pur restando «davvero imminenti» è il passaparola che circola ad alti livelli. In tutto ciò, sempre da chi bazzica il Brescia, arriva che «non è detto che ci sia soltanto una trattativa». Come a far intendere che negli ultimi giorni, più di qualcuno non sarebbe rimasto indifferente ai reiterati appelli («voglio andarmene, non resto un minuto di più, do la società al primo che passa») e minacce («riconsegno le chiavi alla sindaca») e si sarebbe deciso ad avviare contatti se non anche a entrare nel dettaglio del dossier Brescia. Ma è chiaro che un’operazione così grande, da non meno di 15 milioni di euro (escluso il centro sportivo) non si fa in dieci minuti anche pensando di voler fare un ingresso a step. Una svolta resta a ogni modo vicina e questa è una semplice questione di logica dato che i tempi sono scanditi dalle scadenze calcistiche. Si tratterebbe di svolta anche nel caso di una permanenza di Cellino proprio perché lui è il primo a non attendersi di volere o potere restare.
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