Brescia, comunque andrà, sarà una necessaria rivoluzione tecnica

Gioia sì, ma contenuta. Più che altro si è trattato di tornare a respirare e pieni polmoni dopo essersi levati di dosso un peso opprimente: come uno studente quando riesce a passare un esame fondamentale dopo diverse bocciature che gli avevano fatto vedere il compito come insuperabile. Dopo la partita i giocatori hanno festeggiato tra loro facendo base in un locale del centro storico che ha tra i soci Andrea Cistana mentre Rolando Maran ha preferito un brindisi in compagnia dei dirigenti. Da ieri, ma già dalla notte dell’altroieri in verità, è già – in ogni caso – futuro.
Che ne sarà della rosa attuale se il corso proseguirà con l’attuale gestione? E ancora: che ne sarà della rosa attuale se subentrerà una nuova proprietà?
Abbattere il monte stipendi
Detto che nessuno scenario prevede la permanenza di Rolando Maran (col quale magari chi di dovere proverà a cercare un accordo di risoluzione), nel caso uno, è presto detto. Come avevamo già avuto modo di scrivere, da tempo Massimo Cellino ha dato mandato al diesse Renzo Castagnini di procedere a una spending review con l’obiettivo di capire come il monte stipendi tutt’altro che faraonico possa essere ulteriormente abbattuto. Possibilmente di circa 3 milioni di euro.
Intanto si parte dal presupposto che a scadenza ci sono solo Bjarnason, che si ritira, e De Luca in quanto prestito (che non verrà riscattato) dal Sassuolo. Per il resto sono tutti giocatori di proprietà sui quali ragionare in vista di valutazioni tecnico tattiche, ma soprattutto – appunto – economiche.
I più pagati
Va da sé che sono destinati all’addio giocatori come Gennaro Borrelli e Andrea Cistana, i due elementi più pagati della rosa. Col secondo poi si è rotto qualcosa e al suo agente è già stato comunicato di cercargli un’altra sistemazione. Si punta ovviamente a monetizzare principalmente su Borrelli, il cui riscatto è a bilancio per circa 4 milioni di euro, ma anche per Cistana ci sarà una valutazione. Dopodiché il concetto sarà tutti in vendita, nessuno in vendita ragionando su chi qui può aver fatto il suo tempo.
Un discorso a se stante come sempre riguarda il capitano Dimitri Bisoli il cui desiderio è sempre stato quello di chiudere qui la carriera. La sensazione è che nemmeno le traversie patite quest’anno gli abbiano fatto cambiare idea. Questo almeno dal suo punto di vista.
Rivoluzione
Al di là del mettersi a fare nomi, a parte l’allestimento di una squadra al ribasso – che punterebbe a vivacchiare senza ambizioni – appare evidente che si parla di una rivoluzione, anche necessaria dopo le ultime tre annate. Quella che ci sarebbe, a maggior ragione, se ci fosse l’avvento di una nuova proprietà che avrebbe prima di tutto bisogno di comunicare l’idea di una totale discontinuità ragionando nell’ottica di una rifondazione che non potrebbe non iniziare dal proporre il maggior numero possibile di facce nuove e perlopiù giovani (ripartendo a esempio dai Calvani e Besaggio). E allora potrebbero essere fatte scelte ancora più «invasive».
È la logica che parla, ma è chiaro che stiamo comunque ragionando per ipotesi: senza conoscere eventuali piani e prospettive e in più in un quadro nel quale è già tardi: le squadre per la stagione successive è a marzo che iniziano a essere costruite. Nell’insieme comunque è chiaro che andiamo verso un’estate, nel bene o nel male, frizzantina.
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